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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 23 giugno 2014

Viterbo e il leone

Cari amici ed amiche,

vi invito a leggere questa mia poesia:

L'AQUILA ET LU LIUNI

Accussì cà vinniru 'n Viterbu...
quannu funu lu Papa et lu mpiraturi...certu 'n guerra...
et mancu viriri l'aquila vosinu li Viterbisi...
et cà di vesti Herculs fici du liuni...
ficinu iddi simmulu...
comu du celu culuri...pì viriri fari a lu 'mpiraturi...
cà...comu sunnu camora...nobbili et granni...funu iddi populu.

Italiano:

L'AQUILA E IL LEONE

Così che vennero in Viterbo...
quando furono il Papa e l'imperatore certo in guerra...
e non vollero nemmanco l'aquila veder i Viterbesi...
e che di veste Ercole fece del leone...
fecero essi simbolo...
come del cielo colore...per fare vedere all'imperatore...
che...come sono ora...nobile e grande...furon essi popolo.



La foto qui sopra mi è stata data da un'amica (che ringrazio)  e mostra la Torre dell'Orologio di Viterbo.
Alla base vi è il leone, il simbolo araldico della città.
Del simbolo di Viterbo si parla fin dal 1172.
Sul pavimento del duomo di Siena compare un simbolo con un unicorno e la scritta che recita: "Viterbium" ed uno stemma con la stessa figura comparve già anche sulla casa dei Farnese.
Quindi, il primo simbolo di Viterbo fu un unicorno.
Però, all'epoca delle due opere (la casa dei Farnese è del XII secolo ed il duomo di Siena è del XIV secolo) il leone era già simbolo di Viterbo.
Forse, Viterbo assunse il leone come suo simbolo per ricollegarsi all'eroe mitologico Ercole, che secondo la leggenda visse a Viterbo e che vestiva abiti fatti di pelle leone.
Il leone fu scelto anche come simbolo guelfo, contrapposto all'aquila, che invece era simbolo dei ghibellini.
Viterbo, infatti, era la città del Papa.
Nel 1188, il cronista Lancillotto scrisse che Papa Clemente III (morto nel 1191) volle ringraziare i Viterbesi che avevano liberato due cardinali dagli oltraggi del conte Aldobrandino, concedendo loro di adottare il leone come simbolo.
Quindi, il leone è simbolo di una città e di un popolo.
Cordiali saluti.






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