Cari amici ed amiche,
l'amico e collaboratore Angelo Fazio (al quale vanno i miei ringraziamenti) mi ha segnalato un articolo del sito "Euronews" che è intitolato "Francia: Fronte liberazione Corsica depone le armi".
Dal 1768, anno in cui fu venduta dalla Repubblica di Genova alla Francia, fino ad oggi, la Corsica vive una profonda inquietudine.
La Corsica non c'entra nulla con la Francia, anche se nel 1769 (anno in cui ci fu la famosa Battaglia di Ponte Nuovo, battaglia in cui i Francesi sconfissero le milizie corse di Pasquale Paoli) nacque ad Ajaccio uno dei personaggi simbolo della Francia, Napoleone Bonaparte.
Da quel momento, i Francesi cercarono in tutti i modi di francesizzare l'isola.
Per esempio, si impose ai Corsi di non dare più i nomi italiani ai loro figli.
Che la Corsica non c'entri niente con la Francia è dimostrato anche dal fatto che la lingua parlata dai Corsi sia a tutti gli effetti una lingua dell'area italiana, un dialetto legato al toscano, con molte inflessioni che ricordano il sardo ed il siciliano.
Vi sono anche zone di lingua ligure, come il paese di Bonifacio.
Eppure, i Francesi fecero di tutto pur di fare diventare Francesi i Corsi che iniziarono a soffrire di questa cosa.
Lo fecero anche ricorrendo anche a torture ed esecuzioni sommarie.
Questo generò una forte insofferenza da parte dei Corsi e fece nascere il Fronte Liberazione Naziunale Corsu. , il Fronte Liberazione Nazionale Corso.
Questo gruppo fece attentati, soprattutto negli anni '70.
Ora, la deposizione delle armi da parte di quel movimento deve indurre Parigi a dare maggiore autonomia alla Corsica e concederle anche la possibilità di avere almeno la lingua corsa come lingua ufficiale (insieme al francese) e magari anche la possibilità di avere l'insegnamento della lingua italiana, visto che Pasquale Paoli (che i corsi chiamano "U Babbu") parlava italiano e la lapide nella cappella in cui è sepolto (che si trova a Stretta di Morosaglia) è scritta in italiano.
Tra l'altro, nel 1750 egli disse:
"[Noi còrsi] Siamo Italiani per nascita e sentimenti, ma prima di tutto ci sentiamo italiani per lingua, costumi e tradizioni... E tutti gli italiani sono fratelli e solidali davanti alla Storia e davanti a Dio... Come Còrsi non vogliamo essere né servi e né "ribelli" e come italiani abbiamo il diritto di essere trattati uguale agli altri italiani... O non saremo nulla... O vinceremo con l'onore o moriremo con le armi in mano... La nostra guerra di liberazione è santa e giusta, come santo e giusto è il nome di Dio, e qui, nei nostri monti, spunterà per l'Italia il sole della libertà.".
Forse l'Italia dovrebbe comportarsi con la Francia e con i Corsi nello stesso modo in cui l'Austria si comporta con l'Italia e gli abitanti dell'Alto Adige-Sud Tirol.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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