sfatiamo alcuni miti sulle colture OGM.
In primo luogo, non è vero che il mais prodotto da coltivazioni OGM non possa essere seminato nuovamente.
Il mais prodotto da una coltivazione OGM può essere seminato e cresce normalmente.
Certo, a differenza del seme di origine, esso sarebbe un ibrido ed avrebbe caratteristiche diverse dall'originale.
Non è così per la soia, che essendo una pianta che fa l'autoimpollinazione non produce ibridi.
L'unico ostacolo per la soia (secondo quanto riportato) sta nel fatto che per un anno l'azienda che la produce (la multinazionale Monsanto) possa fare valere dei diritti.
Dopo un anno, l'azienda da cui provengono i semi originali non può più fare valere nessun diritto.
In secondo luogo, gli OGM possono fare sì che ci siano meno coltivazioni con pesticidi.
Leggete l'articolo del quotidiano "Europa" (un giornale che non è della mia area politica) che è intitolato "La scienza è d’accordo: meno Ogm più pesticidi".
L'ingegneria genetica è capace di creare specie di piante in grado di resistere meglio ai parassiti e che quindi non hanno bisogni di pesticidi.
Inoltre, il mais OGM non sviluppa le aflatossine, delle tossine prodotte dall'Aspergillus flavus (una muffa) che sono cancerogene per il fegato.
L'unica questione sta nel fare coesistere le coltivazioni OGM con quelle tipiche, come il Riso "Vialone nano mantovano" (che è prodotto anche qui a Roncoferraro), il Mais "Marano" o il Grano duro "Senatore Cappelli".
Bisogna evitare che ci siano ibridazioni da una una parte e dall'altra.
Non bisogna demonizzare la scienza.
Cordiali saluti.
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