Cari amici ed amiche.
Sulla pagina di Facebook della Chiesa cattolica, ho trovato questa nota intitolata "Il calvario dei cristiani in Siria":
"La lenta agonia delle comunità cristiane. Il grido di allarme non giunge alla diplomazia mondiale
Nei giorni scorsi le agenzie hanno battuto una notizia: l’ultimo cristiano presente nel centro di Homs, città “ripulita” religiosamente dai ribelli islamici, è morto. Elias Mansour, di 84 anni, greco-ortodosso, non aveva voluto abbandonare la sua casa a via Wadi Sayeh perché doveva occuparsi di suo figlio, handicappato. Il quartiere dove abitava era teatro di violenti combattimenti. Un sacerdote ortodosso sta cercando il figlio, di cui si ignora la sorte.
E’ uno dei tanti esempi di vite spezzate da questa guerra “senza volto”, come qualcuno l’ha definita. E che nel racconto di una piccola famiglia cristiana fuggita in Francia : Fadi, Myriam e Teresa, (sono nomi falsi), esprime tutta la sua tremenda durezza. Sono riusciti a lasciare il Paese, e aspettano che venga loro riconosciuto lo status di rifugiati. “Aide a l’Eglise en detresse” in Francia ha raccolto la loro testimonianza. Fadi e la sua famiglia abitavano a Bab Touma (la porta di Tommaso) a Damasco; il principale quartiere cristiano della capitale. Bab Touma è un quartiere protetto dai soldati dell’esercito regolare, ma a dispetto di questo la vita è diventata un inferno. “Davanti alle panetterie c’è la coda dalle 6 del mattino - raccontano . Una volta non abbiamo avuto pane per tre giorni”.
Una parte delle scuole sono ancora aperte, ma per timore di attentati i genitori preferiscono tenere i bambini a casa. “A Jaraman, un quartiere vicino, una mia amica è andata a iscrivere la figlia a scuola, a settembre. Un’auto bomba è esplosa vicino a loro, e le ha uccise”.
I ribelli islamici fanno pressione affinché la vita civile si fermi. Fadi racconta: “Gli oppositori dicono alle scuole di chiudere. Vogliono mettere fine alla vita normale. L’esercito dice alle persone di continuare a vivere normalmente, che ci sono loro a proteggerli. Le persone sono prese fra due fuochi, e devono obbedire a entrambi se vogliono restare vive”.
E poi un racconto terribile: “Mia zia era insegnate a Homs. Diceva ai suoi allievi di continuare a venire a scuola. Voleva che la vita normale continuasse, costi quel che costi. Suo marito l’ha trovata sgozzata. Sul muro, con il sangue, avevano scritto: ‘Allah Akbar’”.
Alla fine della messa, il sacerdote consiglia ai fedeli a Bab Touma di disperdersi in piccoli gruppi, silenziosamente. I gruppi più numerosi di quatro persone devono scindersi. “I cristiani si sentono nel mirino. Su una chiesa hanno scritto: ‘cristiani, è il vostro turno’. All’inizi gli slogan delle manifestazioni erano: ‘Gli alauiti nella tomba, i cristiani a Beirut’. Adesso sono: ‘Alauiti e cristiani al cimitero’”.
Alla domanda sulle forze in campo, Fadi risponde: “molte persone sostengono ancora Bashar al-Assad, anche se tutti sanno di che cosa è capace. Se no, sarebbe caduto da tempo. L’opposizione è diventata troppo violenta. Un giorno un sacerdote maronita, conosciuto come oppositore del regime, è passato in televisione chiedendo che le rfiorme si accelerino. Ha ricevuto delle minacce di morte dall’opposizione epr non essere stato abbastanza duro. L’opposizione è molto eteroclita, non è unita, da’ informazione contraddittorie. Non è facile vederci chiaro. Si sente dire che non è composta che da un 10 per cento di siriani, e che gli altri sono stranieri, mercenari, jihadisti”.
La paura è onnipresente. Teresa, la loro bambina sentiva gli spari: Fadi e Myriam le dicevano che era per festeggiare un matrimonio. Un giorno però lei ha detto: “Questa festa mi fa paura”. E infine ha capito. Poi sono cominciati i rapimenti: il Qatar, che finanzia in armi e soldi la jihad in Siria, ha ridotto gli aiuti, e allora i ribelli rapiscono cristiani, alauiti e drusi e chiedono dei riscatti. “Tutto è distrutto. Non ci resta che la fede. Come per i cristiani che sono rimasti in Siria. Non possiamo sperare che in Dio”.
MARCO TOSATTI
ROMA 2 novembre 2012
Vatican Insider".
Purtroppo, si parla troppo poco di quello che sta accadendo ai cristiani in Siria.
In Siria, ci sono Chiese cristiane molto antiche.
Cito, per esempio, la Chiesa cattolica (divisa in rito latino, rito greco-melchita, rito maronita, rito siro, rito armeno e rito caldeo), la Chiesa siro-ortodossa, quella greco-ortodossa, quella nestoriana e quella apostolica armena, oltre a piccole minoranze protestanti.
Tanta parte di queste comunità cristiane sono preesistenti all'Islam, che arrivò lì nel VII secolo AD.
Sulla via di Damasco, il fariseo Saulo si convertì al Cristianesimo, diventando l'"Apostolo delle genti " Paolo.
La Moschea degli Omayyadi, che si trova a Damasco, era una chiesa cristiana che ospitava la testa di San Giovanni Battista.
Poi, nel 706 AD, dopo un periodo di convivenza nello stesso luogo tra musulmani e cristiani, l'area cristiana venne inglobata nella moschea.
Oggi i cristiani possono solo pregare presso l'edicola che ospita ancora la testa di San Giovanni Battista.
Ora, queste comunità cristiane, che sono molto antiche hanno già grossi problemi con il regime del presidente Bashar al Hassad e sono perseguitati ed uccisi dagli insorti, coloro che si sono rivoltati contro il dittatore siriano.
In pratica, questi nostri correligionari sono come il ferro tra l'incudine ed il martello.
Qui vi è il rischio che comunità molto antiche vengano distrutte.
Tutte le grandi nazioni e grandi istituzioni della Terra facciano qualcosa per evitare un genocidio che potrebbe distruggere la Siria.
Proprio perché i cristiani siriani sono comunità molto più antiche dei musulmani, il rischio dell'autodistruzione della Siria è elevato!
Non dimentichiamolo.
Noi, comuni cittadini e fedeli, possiamo solo pregare.
I "grandi" della Terra, invece, facciano qualcosa.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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