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mercoledì 1 agosto 2012

Da "Il Giornale", così spiano i nostri conti correnti

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Così spiano i nostri conti correnti":

"Meno tre mesi al via per il Grande fratello fiscale. Dal 31 ottobre, infatti, per il Fisco gli estratti conto degli italiani si trasformeranno in un libro aperto. Obiettivo, combattere l'evasione: conseguenza inevitabile, la morte del segreto bancario. La sentenza, del resto, il governo Monti l'aveva già firmata sette mesi fa, con la manovra «salva Italia». Che prevede appunto l'obbligo per banche, Poste italiane, intermediari finanziari, assicurazioni, società di gestione del risparmio e ogni altro operatore finanziario, di comunicare all'Anagrafe tributaria tutte le informazioni relative ai conti e ai rapporti finanziari, compresi movimenti e importi delle operazioni.
Ora è in arrivo - come scrive Italia oggi - il provvedimento dell'Agenzia delle Entrate che delinea le modalità con cui dovranno essere inviate le informazioni relative ai rapporti finanziari e alle cosiddette operazioni «fuori conto»: dalla richiesta di assegni e bonifici per contanti, al cambio di valuta. E all'occhio del Grande Fratello non sfuggiranno neppure gli accessi alle cassette di sicurezza, lo shopping con la carta di credito, gli acquisti di oro e metalli preziosi, i prodotti finanziari emessi dalle assicurazioni e le gestioni patrimoniali. La novità va di pari passo con i nuovi limiti all'utilizzo del denaro contante, dal momento che la soglia di mille euro comporterà la moltiplicazione delle operazioni «tracciabili» da comunicare all'Anagrafe tributaria.
 Tutti dati che il supercomputer del Fisco potrà confrontare con le dichiarazioni dei redditi e con le capacità di spesa dei contribuenti, per far emergere eventuali discrepanze tra il reddito dichiarato e quanto denaro transita invece - in entrata e in uscita - nel conto corrente di ogni cittadino. Nel qual caso, scatteranno controlli ed eventuali accertamenti.Tutto questo grazie al famoso decreto legge numero 201/2011, il «Salva Italia», che all'articolo 11 prevede appunto l'obbligo per intermediari e operatori finanziari di comunicare i dati dei clienti al Fisco a 360 gradi, indipendentemente cioè dalla presenza o meno di accertamenti in corso. In pratica all'Agenzia delle Entrate arriverà in automatico una copia dell'estratto conto bancario o postale di ogni correntista. Si comincia dal 31 ottobre, per quest'anno: poi il 31 marzo di ogni anno dovrà essere inoltrata la comunicazione delle informazioni finanziarie dell'anno precedente. È il rovesciamento di un principio finora considerato intoccabile, quello della presunzione di innocenza. È vero, infatti, che gli accertamenti sulle movimentazioni finanziarie sono sempre stati possibili, ma era necessaria un'autorizzazione del giudice, caso per caso, dopo aver acquisito altri elementi di sospetto sulla fedeltà fiscale del cittadino. Ogni regola però ha le sue eccezioni: infatti, già la manovra dell'agosto 2011 aveva previsto una norma che obbligava le banche a comunicare all'Agenzia delle entrate specifiche e selettive liste dei clienti considerati «a rischio evasione». Una misura che ora è stata abrogata per dare spazio al nuovo e più aggressivo sistema di controlli. Che, non a caso, aveva immediatamente suscitato l'attenzione del Garante della Privacy. L'Autorità, lo scorso aprile, pur condividendo la finalità anti evasione del provvedimento, ha sottolineato la necessità di porre alcune regole al modo con cui il Fisco controllerà i conti correnti degli italiani, trattandosi di informazioni quanto mai «sensibili». Per il Garante appaiono quindi indispensabili misure di sicurezza di natura tecnica ed organizzativa particolarmente rigorose: adottare meccanismi di cifratura durante tutti i passaggi interni, limitare l'accesso ai file ad un numero ristretto di incaricati, aggiornare costantemente i sistemi operativi e i software antivirus e antintrusione, prevedere solo in forma cifrata l'eventuale conservazione dei dati. Le regole imposte dal Garante comprendono inoltre un limite sulla conservazione da parte dell'Anagrafe tributaria dei dati così divulgati; i tempi di conservazione dovranno essere specificati con esattezza e, una volta scaduto il termine, le informazioni dovranno essere cancellate in maniera automatica. Indicazioni ancora non completamente recepite da parte dell'Agenzia delle Entrate: i lavori di aggiornamento, infatti, sono ancora in corso. Ma intanto, con una nota alle associazioni di categoria del mondo finanziario - tra cui Abi, Assogestioni, Ania e Poste Italiane -, la stessa Agenzia ricorda che «nelle more dell'adeguamento alle prescrizioni del Garante del provvedimento di prossima emanazione, restano confermati i dati e le informazioni oggetto di trasmissione all'anagrafe tributaria». Il Grande Fratello non aspetta.".

Questa è la fine dello Stato di diritto.
Io penso che un vero Stato di diritto debba garantire anche il diritto di proprietà.
Ora, tra l'IMU e quest'ultimo provvedimento, il diritto di proprietà è fortemente minato.
In pratica, se una persona mette in banca i propri risparmi (che magari sono stati guadagnati da una vita di lavoro e sacrifici), questi ultimi vengono controllati dallo Stato.
Inoltre, se questa persona acquistasse una macchina, lo Stato lo verrebbe a sapere e potrebbe arrogarsi il diritto di controllare l'acquisto.
Se questa persona volesse aprire un'attività, lo Stato lo verrebbe a sapere e manderebbe subito la Guardia di Finanza a controllare ogni cosa.
Qui si sta minando sia la il diritto di proprietà e sia la basilare libertà personale dei cittadini.
Tra un po', lo Stato deciderà il posto in cui cittadini dovranno andare per le ferie.
Ciò non va bene.
Questo è uno dei motivi degli scarsi investimenti in Italia.
Cordiali saluti. 
 


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Ringrazio un caro amico di questa foto.