Premetto: sono atlantista.Però, non sono mica scemo.
Quanto accaduto a Darya Dugina, la figlia del filosofo Aleksandr Gelʹevič Dugin che è rimasta uccisa nell'attentato che c'è stato nella notte di domenica a Mosca, è un fatto rilevante che deve essere trattato con tutte le cautele possibili.
Ci sono varie ipotesi sugli autori di quell'attentato.
Una di queste sarebbe quella della pista ucraina ed un'altra sarebbe quella della pista interna alla Russia.
In entrambi i casi, però, un simile attentato rischia di allontanare veramente ogni prospettiva di pace.
Se la matrice dell'attentato fosse stata ucraina, il presidente russo Vladimir Putin attaccherebbe con ancora più forza l'Ucraina, per ripicca.
Se la matrice fosse quella dell'opposizione interna ci sarebbe una situazione ancora più complessa.
Infatti, per legittimarsi agli occhi del popolo russo, Putin attaccherebbe con ancor più forza l'Ucraina e potrebbe essere ancora più duro anche nella politica interna.
C'è chi parla anche di una pista occidentale.
Il rischio è quello di vedere un conflitto ancora più forte e magari esteso.
Per questo motivo, il titolo di un quotidiano come "La Repubblica", il quale si può vedere nello screenshot, appare come poco corretto.
Sia ben chiaro: Putin non mi garba.
La Russia ha invaso l'Ucraina.
Non mi piacciono neppure le parole di Dugin, il quale fu membro del Partito Nazional Bolscevico, un partito che fu messo fuorilegge in Russia nel 2007.
Però, alcune cose vanno dette.
In realtà, definire Dugin "il filosofo di Putin" non è corretto.
Come ho scritto prima, Dugin fece parte del Partito Nazional Bolscevico, un partito non amico di Putin, ma sta sostenendo il capo del Cremlino nel suo indirizzo anti-atlantista e nella guerra in Ucraina.
Dugin sostiene Putin nelle politiche contro l'atlantismo e nella guerra in Ucraina ma a tempo stesso è anche critico verso il presidente russo.
Per questo motivo, Dugin non può essere definito il "filosofo di Putin".
Dunque, il titolo de "La Repubblica" non è certamente corretto perché denota un'informazione dozzinale che rischia solo di fare un gran casino su un caso tanto delicato e complesso e di generare odio.
Di certo non è un titolo che mette pace.
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