Riprendo uno stralcio dell'
articolo scritto in precedenza:
"Sento dire sempre più spesso: "Aboliamo il diritto di voto degli italiani all'estero perché questi ultimi non pagano le tasse qui in Italia e noi non vogliamo pagare per farli votare".
Questa è un'affermazione che, a mio modesto parere, denota solo tanto qualunquismo e poca conoscenza della materia.
Tra l'altro, potrei scrivere un articolo sul tema anche su "Italia chiama Italia".
Come ho scritto prima, affermare che gli italiani all'estero non debbano votare perché "non pagano le tasse qui in Italia" denota qualunquismo e poca conoscenza della materia.
Lo affermo con il massimo rispetto per le persone.
Non mi piace fare delle polemiche.
Però, penso che le cose siano da dire.
Per mia storia e cultura personale non condivido una simile affermazione.
Un italiano che è emigrato all'estero e che ha conservato la piena cittadinanza italiana deve mantenere anche il diritto di voto.
O si è cittadini in tutto e per tutto o non si è cittadini.
Oltretutto, un italiano che risiede all'estero e che ha degli immobili qui in Italia paga le tasse.
Pensiamo anche alle attività italiane, come i ristoranti, che prendono le materie prime direttamente dal nostro Paese, favorendo l'export.
Più export equivale a più ricchezza.
Però, oltre all'aspetto finanziario, vi è anche una questione di principio.
Gli italiani residenti all'estero hanno tutto il diritto di conservare i legami con il loro Paese d'origine.
Pensiamo anche al fatto che all'estero ci siano anche scuole italiane.
Esse servono a fare sì si possano conservare la lingua e la cultura del Paese d'origine, un Paese che è anche loro".
Purtroppo, mi capita di sentir dire: "
Gli italiani all'estero non pagano le tasse da noi e perciò non debbono avere diritto di votare" oppure: "
Gli italiani all'estero non portano benefici a noi, come gli immigrati clandestini".
Ora, il paragone tra gli italiani all'estero e gli immigrati clandestini è indegno.
Certamente, l'immigrazione clandestina nel nostro Paese è un male per noi, sotto tanti punti di vista.
Gli immigrati clandestini sono un problema di ordine economico, sociale e di sicurezza.
Al contrario, gli italiani all'estero sono nostri connazionali che per vari motivi (principalmente lavorativi) vivono fuori dal nostro Paese.
Essi hanno regolare cittadinanza e passaporto del nostro Paese.
Gli italiani all'estero sono italiani come noi e contribuiscono anche al bene del nostro Paese.
Mi ricordo di ciò che accadde nel 2009, quando ci fu il terremoto che colpì L'Aquila.
Ci furono italiani all'estero che fecero collette per aiutare le realtà colpite dal sisma.
Una cosa del genere accadde anche quando ci fu il sisma del 2016.
Inoltre, gli italiani nel mondo favoriscono l'export di prodotti Made in Italy.
Pensiamo al formaggio Parmigiano-Reggiano (che è prodotto anche qui in Provincia di Mantova) o alle mozzarelle di Agerola.
Questi prodotti vanno nei ristoranti italiani sparsi per il mondo e la loro vendita aiuta i nostri imprenditori.
Oltre a ciò, gli italiani all'estero fanno conoscere la nostra plurisecolare cultura nel mondo.
Dunque, gli italiani all'estero (quelli che hanno cittadinanza italiana) debbono avere diritto di votare.
Anzi, vi dirò di più.
Purtroppo, sembra che qui in Italia si sia imboccata una brutta strada.
Si parla tanto dello "ius scholae" o dello "ius soli" per i figli degli immigrati mentre ci sono italo-discendenti che faticano ad avere la cittadinanza italiana.
In un Paese serio si pensa prima alla propria cittadinanza, al proprio popolo.
Gli italiani all'estero fanno parte del nostro popolo.
Un popolo che abbandona parte di sé stesso non è un popolo.
Definire gli italiani nel mondo dei "parassiti" (altra cosa che mi è capitato di aver sentito dire) è a dir poco dissennato, specie se è detto da connazionali che stanno qui in Italia.
Gli italiani all'estero meritano rispetto.
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