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giovedì 25 agosto 2022

Papa Francesco ricorda la figlia di Dugin...ed è polemica


Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot con la pagina del "La Verità".

La pagina reca un articolo di Lorenzo Bertocchi intitolato "Il Papa inserisce la figlia di Dugin tra le vittime innocenti della guerra".
Ora, faccio qualche considerazione.
Definire Aleksandr Gel' evic Dugin l'ideologo di Putin non è molto corretto.
Dugin è critico verso Putin e condivide con quest'ultimo solo la posizione nei confronti della guerra in Ucraina.
Il partito di Putin, Russia Unita, è un partito autoritario, nazionalista ed irredentista che alterna le posizioni liberiste a quelle stataliste.
Si può parlare di una sorta di "conservatorismo russo", che è certamente diverso dal nostro. 
Dugin è un euroasiatista.
Il partito di origine di Dugin, il Partito Nazional-Sovietico, era un partito nazionalista di sinistra ed irredentista, con venature staliniste, che fu messo fuorilegge da Putin nel 2008.
A parte i punti di contatto tra i due, come l'anti-atlantismo ed il nazionalismo, non si può dire che Dugin sia l'ideologo di Putin.
Semmai, Dugin sostiene Putin da una posizione critica.
Il fatto che il Papa abbia inserito Darya Dugina, la figlia di Dugin, tra le "vittime innocenti della guerra", ha scatenato delle polemiche.
Ora, esprimo la mia opinione.
Dal punto di vista di Papa Francesco, si deve pregare per la pace.
Inoltre, sospetto che il Papa abbia voluto fare ciò per aprire un canale con Mosca e con la Chiesa ortodossa russa.
Dal punto di vista politico, però, non si possono prendere come modelli l'organizzazione statuale e la mentalità politica della Russia, né si possono sostenere le posizioni russe.
La Russia ha aggredito uno Stato sovrano. 
Per storia, Russia ed Italia sono differenti e l'Italia è afferente all'Occidente. 
Tutti noi dobbiamo volere la pace ma si debbono capire molte cose.
Vi è un'Ucraina che non vuole stare con la Russia e che chiede che la sua sovranità non sia violata.
Ciò è un suo diritto. 
L'Ucraina è uno Stato sovrano. 
Questo nessuno potrà metterlo in dubbio. 
La Russia, dal canto suo, afferma che le comunità russofone del Donbass e della Crimea debbono essere tutelate e che vi sono forze, come il Battaglione Azov, che le hanno più volte attaccate e ferite.
Forse, si sarebbe dovuto intervenire prima, facendo sedere tutti intorno ad un tavolo.
Sarebbe servita una politica come quella del presidente americano Donald Trump, il quale non era russofilo ma ragionava con la realpolitik. 
Oggi, sembra che la situazione sia precipitata e si deve pregare molto perché non degeneri ulteriormente. 



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