Quando si parla di Aleksandr Gel' evic Dugin si parla di un personaggio complesso.
Nato il 7 gennaio 1962, Dugin rappresenta il tradizionalismo russo coniugato al pensiero di Julius Evola e di Martin Heidegger.
Egli sostiene l'euroasiatismo, ossia, la corrente di pensiero che propugna la presenza preponderante nella cultura europea continentale dei valori spirituali e culturali del mondo asiatico, spesso misticamente esaltati.
Dunque, Dugin rifiuta la cultura occidentale e in particolare quella americana.
Egli mette insieme l'esperienza zarista, quella bolscevica e quella attuale del putinismo.
Esalta la cultura dell'"uomo forte" contro la democrazia occidentale.
Si ritiene che Dugin sia il filosofo e l'ideologo di Vladimir Putin.
In realtà, con Putin ha in comune solo l'appoggio all'invasione dell'Ucraina e l'antioccidentalismo,
Però, Putin è un neozarista, sebbene sia cresciuto in ambiente sovietico.
Dugin, invece, si rifà anche all'esperienza sovietica, tanto che aderì al Partito Nazional Bolscevico, un partito messo fuorilegge da Putin nel 2007.
Ergo, per Dugin va bene qualsiasi cosa contrapposta alla visione occidentale.
Putin invece, vuole riproporre una politica simile a quella dello zar Pietro il Grande e quella della zarina Caterina II.
Dunque, c'è una certa differenza.
Forse, chi ha colpito la figlia di Dugin potrebbe avere colpito un "pesce piccolo" ma di certo rischia di allontanare per sempre ogni prospettiva di pace.
Nessun commento:
Posta un commento