Il presidente USA Donald Trump è stato sospeso dai social-network Facebook e Twitter.Il filosofo ed ex-sindaco di Venezia Massimo Cacciari ha criticato questa decisione.
Cacciari è di sinistra ma lo stimo perché è obiettivo.
Ringrazio l'amico Morris Sonnino che mi ha segnalato questa foto con un articolo di Adnkronos.
Ora, per le sanzioni c'è lo Stato.
Ora, per le sanzioni c'è lo Stato.
Una persona diffama un'altra su Facebook?
Il diffamato può querelare il diffamatore che risponderà di fronte alla legge.
Dunque, che senso ha censurare dei post che si possono condividere o meno ma che sono opinioni?
Oppure, se Trump denuncia una situazione irregolare alle elezioni perché mai lo si dovrebbe fare tacere?Ci sono testimoni che confermano quanto dice Trump.
Perché non si vogliono fare le giuste verifiche?
Qui siamo di fronte a dei social-network che dovrebbero essere delle "piazze virtuali" nelle quali tutti possono parlare ma che di fatto si stanno comportando come delle testate giornalistiche, con una linea editoriale.
Queste "testate giornalistiche" fanno da megafono al mainstream di coloro che dicono: "Awoman", degli immigrazionisti, di coloro che sono pro-Palestina, di coloro che baciano il deretano della Cina e di coloro che predicano il socialismo.
Chi la pensa in modo diverso viene bannato.
Sappiamo tutti che le sinistre hanno potere di boicottaggio e di muovere le piazze.
Dunque, se i social-network come Twitter e Facebook lasciassero parlare gli altri, la sinistra potrebbe organizzarsi per il boicottaggio e fare sì che i suoi simpatizzanti e militanti li abbandonino, facendo perdere a loro molti soldi.
A questo punto, dovremmo essere noi non di sinistra a boicottare questi social-network.
Purtroppo, la destra non ha mai creato una rete simile.
Forse, quanto accaduto al presidente dovrebbe fare suonare più di un campanello di allarme.
Qui c'è in gioco la libertà di parola.
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