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lunedì 25 gennaio 2021

Quel buonismo verso Alan Friedman...


Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Max Del Papa che è intitolato "Dopo l’insulto di Friedman, sorrisi e silenzi: il servilismo pro-Biden/Harris ha molte facce, nessuna decente".
Ne riporto questo stralcio:

"Friedman, che si faceva fotografare mano in mano a Trump e forse (chissà) potrebbe non aver mai digerito il livore per non essere stato imbarcato nel suo staff di consulenti (Donald sarà eccessivo, ma non è stupido), può sputare fiele sul suo Paese perché lo fa da un Paese che non è il suo, tramite un medium che rappresenta un Paese che non è il suo: in patria non si azzarderebbe, consapevole delle conseguenze. Qui passa tutto in cavalleria, qualche cinguettio più ironico che incazzato e sotto con la prossima figuraccia. Però non può funzionare così. Neppure se ad aprire bocca è un caratterista".

Quell'insulto lanciato da Alan Friedman ai danni dell'ex-first lady Melania Trump è stato un atto di grande inciviltà e di viltà.
Infatti, se fosse stato negli USA, Friedman non avrebbe mai apostrofato Melania Trump con il termine di "escort".
Melania l'avrebbe saputo e gli avrebbe fatto causa. 
Mauro Corona è stato cacciato dalla trasmissione di Bianca Berlinguer per avere chiamato "gallina"  quest'ultima.
Speriamo che Friedman sia trattato allo stesso modo.
Friedman ha insultato Melania Trump in una trasmissione della RAI, la TV pubblica pagata da noi italiani. 
L'auspicio è che ciò avvenga.
Quell'insulto di Friedman è stato vergognoso.
Infatti, è stata insultata una donna, la moglie del presidente degli Stati Uniti d'America ed una madre di famiglia.
La cosa più sconvolgente è il buonismo con il quale la vicenda trattata.
Se a fare una cosa del genere fosse stato un giornalista di destra ai danni di una donna di sinistra sarebbe scoppiato il pandemonio.
Invece, è stata insultata una donna di destra e tutto è passato in cavalleria. 
Oramai, siamo di fronte all'asservimento dei mass media alla politica del duo presidenziale Biden/Harris.
Questa è l'egemonia culturale della sinistra. 

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