Ne riporto questo stralcio:
"Stando a quanto riferito da una fonte all’interno dell’amministrazione della provincia nordorientale dello Jilin, in febbraio l’Ufficio per gli affari religiosi ha diramato un documento in cui ha chiesto a tutti i dipartimenti per gli affari religiosi di «rettificare» le Chiese domestiche avvalendosi della «rete a tre livelli e del sistema di responsabilità a due livelli». I funzionari devono indagare sui luoghi di culto delle Chiese domestiche e raccogliere informazioni su quando sono stati istituiti, chi ne è responsabile e sul numero dei fedeli. Secondo i superiori tutto ciò è necessario per gettare le basi di una futura operazione di soppressione unificata.
La fonte ha anche riferito a Bitter Winter che, al fine di reprimere le Chiese domestiche oggetto di indagine, l’amministrazione prevede di unire le forze con la sicurezza pubblica, gli affari civili e altri dipartimenti. Inoltre, sono oggetto di indagine e verranno chiusi i seminari, i corsi di formazione, gli asili, le scuole e le lezioni di catechismo gestite dalle Chiese domestiche. Le attività religiose online devono essere soppresse e, al fine di impedire che le attività religiose riprendano, dovrà essere rafforzato il controllo e la trasformazione tramite l’educazione dei responsabili e delle comunità delle Chiese domestiche chiuse".
Il problema appare evidente: la pandemia da COVID-19 non ferma le persecuzioni religiose in Cina.
Anzi, io vado oltre, nel dire che questa pandemia sia diventata un pretesto per inasprire le persecuzioni.
I gruppi politici e religiosi che il regime comunista cinese non può controllare diventano oggetto di attacchi più feroci che mai.
Oramai, tutti noi abbiamo capito che il regime comunista cinese non è cambiato neppure minimamente.
Esso è rimasto un regime totalitario, antidemocratico e liberticida.
Anche per questo motivo, Papa Francesco dovrebbe pubblicare l'accordo che la Santa Sede ha fatto con il governo di Pechino.
Un articolo sul sito "Tempi" fa notare che la Chiesa cattolica in Cina è di fatto governata dal PCC.
Infatti, il 1° febbraio 2020 sono entrati in vigore dei regolamenti che prevedono che la Chiesa locale sia guidata da un'assemblea nominata dallo Stato e non dal Vaticano.
Di fatto, il PCC governa la Chiesa cattolica cinese?
Se fosse così, ci si troverebbe di fronte ad un partito che dell'ateismo fa la sua bandiera che governa la Chiesa locale ed il Vaticano dovrebbe prendere una posizione dura.
Ora, come ho scritto prima, l'epidemia di COVID-19 è diventata un pretesto per aumentare le misure repressive ai danni di gruppi religiosi e politici.
Questa è una realtà.
Insomma, le autorità cinesi stanno trasformando l'epidemia in una sorta di "occasione di una resa dei conti", con la quale fare fuori una volta per tutte ogni forma di opposizione.
Il nostro governo farebbe bene a stare molto attento a legarsi troppo ad un Paese governato da una dittatura simile.
È meglio stare molto attenti.
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