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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 8 aprile 2018

Protestantesimo e comunismo



L'anno scorso c'è stato 500° anniversario della Riforma protestante.

Il 1 novembre 1517, un monaco tedesco di Martin Lutero (Martin Luther, 10 novembre 1483-18 febbraio 1546) affisse alla porta della Schlosskirche (Chiesa del castello) di Wittemberg le famose 95 tesi, con le quali provocò grandi sconvolgimenti.
Nacque così il protestantesimo.
Dal punto di vista cattolico, che è anche il mio, Lutero commise due errori.
Il primo fu di natura dogmatica. Egli pretese di riformare la Chiesa senza tenere conto della Tradizione di quest'ultima.
Il secondo fu di natura politico-culturale, portando avanti la questione del nazionalismo tedesco.
Ora, con il principio luterano della lettura e dell'interpretazione individuali della Bibbia, non nacquero solo varie correnti e varie Chiese ma anche le ideologie che si manifestarono tragicamente nei secoli successivi.
Fondamentalmente, da una parte, il protestantesimo favorì i nazionalismi (il caso tedesco deve essere visto come un paradigma di ciò) e, dall'altro, nacque l'ideologia che fu antesignana del comunismo.
Ora, provo a soffermarmi si quest'ultimo.
Pensiamo, ad esempio, agli anabattisti e alle rivolte contadine.
Gli anabattisti, i quali sobillarono i contadini, non vollero solo una rottura con il Papa, con Roma e con la Chiesa cattolica ma anche l'abolizione di fatto della proprietà privata.
Gli anabattisti furono un movimento che non riconobbe il Battesimo somministrato ai bambini.
Perciò. chi si faceva anabattista si faceva battezzare una seconda volta ed aderiva ai dettami di quel ramo del protestantesimo molto radicale, che puntava anche ad eliminare principi e re, in nome dell'egualitarismo e per (a loro dire) instaurare "il Regno di di Dio sulla Terra".
Pensiamo a quello che accadde (per esempio) nella città tedesca di Münster, tra il 1534 ed il 1535, ove l'anabattista Giovanni di Leida (Johann Bockold o Bokelson, 1509-1536, nell'immagine) instaurò un regime teocratico e socialista, in cui si negò la proprietà privata.
Addirittura, fu abolito anche l'uso del denaro e fu instaurata la poligamia.
In nome di Dio, furono distrutti due capisaldi della società, la proprietà e la famiglia.
Ogni libertà fu abolita, in nome del comunitarismo.
Per certi versi, il regime terroristico stabilito a Munster fu il prototipo dei regimi socialisti del secolo XX.
L'unica differenza fu il fatto che in questi ultimi venne cancellato anche il nome di Dio, anche se la sostanza fu di fatto la stessa.
Usando il nome di Dio, infatti, Giovanni di Leida prese il potere ed instaurò una dittatura di stampo socialista.
Di fatto, la Città-Stato stessa fu la "divinità", così come lo Stato fu la "divinità" dei regimi comunisti del secolo XX e di quelli attuali.
Va anche detto che il comunista italiano Antonio Gramsci (22 gennaio 1891-27 aprile 1937) esaltò il protestantesimo.
Questo è un pezzo del suo "Quaderno 14":


"Questo problema del protestantesimo non deve essere confuso con quello «politico» presentatosi nel periodo del Risorgimento, quando molti liberali, per esempio quelli della «Perseveranza», si servirono dello spauracchio protestante per far pressione sul papa a proposito del potere temporale e di Roma.

Sicché in una trattazione del problema religioso in Italia occorre distinguere in primo luogo tra due ordini fondamentali di fatti:
quello reale, effettuale, per cui si verificano nella massa popolare dei movimenti di riforma intellettuale e morale, sia come passaggio dal cattolicismo ortodosso e gesuitico a forme religiose più liberali, sia come evasione dal campo confessionale per una moderna concezione del mondo;
i diversi atteggiamenti dei gruppi intellettuali verso una necessaria riforma intellettuale e morale.


La corrente Missiroli è la meno seria di queste, la più opportunistica, la più dilettantesca e spregevole per la persona del suo corifeo.

Così occorre per ognuno di questi ordini di fatti distinguere cronologicamente tra varie epoche: quella del Risorgimento (col liberalismo laico da una parte, e il cattolicesimo liberal dall’altra), quella dal 70 al 900 col positivismo e anticlericalismo massonico e democratico; quella dal 900 fino alla guerra, col modernismo e il filosofismo idealistico; quella fino al concordato, con l’organizzazione politica dei cattolici italiani; e quella post-concordataria, con una nuova posizione del problema, sia per gli intellettuali che per il popolo. È innegabile, nonostante la più potente organizzazione cattolica e il risveglio di religiosità in questa ultima fase, che molte cose stanno mutando nel cattolicesimo, e che la gerarchia ecclesiastica ne è allarmata, perché non riesce a controllare queste trasformazioni molecolari; accanto a una nuova forma di anticlericalismo, più raffinata e profonda di quella ottocentesca, c’è un maggior interesse per le cose religiose da parte dei laici, che portano nella trattazione uno spirito non educato al rigore ermeneutico dei gesuiti e quindi sconfinante spesso nell’eresia, nel modernismo, nello scetticismo elegante. «Troppa grazia!» per i gesuiti, che vorrebbero invece che i laici non s’interessassero di religione altro che per seguire il culto
".

Evidentemente, tra protestantesimo e comunismo il legame è forte poiché, citando il pensatore cattolico Plinio Correa de Oliveira (13 dicembre 1908-3 ottobre 1995), nella storia si passò dal pensiero del "Cristo sì, Chiesa no", con il protestantesimo, al "Dio sì, Cristo no", con l'Illuminismo e la Rivoluzione francese, per poi arrivare al pensiero dell'assenza di Dio, con le ideologie del secolo XX, tra le quali il comunismo deve essere citato. Ricordo che anche Karl Marx (5 maggio 1818-14 maggio 1883) era protestante, sebbene la sua famiglia fosse stata di origini ebraiche. Dalla tradizione protestante, il socialismo scientifico di Marx ereditò quell'idea secondo cui ci si doveva imporre un certo "rigorismo"...che spesso sconfinò (e tuttora sconfina) in un vero e proprio moralismo.
Inoltre, ciò che mosse gli anabattisti, con le rivolte contadine e la dittatura teocratica e comunista di Münster, non furono l'invidia e l'odio sociale?
L'invidia e l'odio sociale sono elementi tipici del socialismo marxista.
Tra protestantesimo e comunismo molto vi fu in comune. Da qui nacquero varie questioni ad oggi attuali.

1 commento:

  1. Se Bergoglio conoscesse come te questi fatti si farebbe anabattista? spero di no, in ogni caso credo che a lui non dispiaccia il comunismo avendolo approfondito in giovane età
    Chiediamo a Dio di illuminarlo

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.