Queste sono le parole di Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia:
""Ho ascoltato con attenzione i trenta minuti del 'comizio' del pubblico ministero Nino Di Matteo davanti alla platea dei 5 Stelle, che lo vorrebbe ministro della Giustizia, a Ivrea. Si tratta di un monologo sconvolgente, che avrebbe dovuto già provocare una sollevazione in tutti coloro che hanno a cuore lo stato di diritto in Italia. E invece tacciono i titolari dell'azione disciplinare, tace il Consiglio superiore della magistratura e ovviamente tace l'Associazione nazionale magistrati. E se e' vero che chi tace acconsente, allora siamo davvero a una sottovalutata e pericolosissima vigilia di un periodo del terrore ove mai i 5 Stelle dovessero avere la responsabilità di governare il Paese". Così Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia. "Le parole del magistrato - prosegue - con l'indicazione dei provvedimenti da adottare in materia di giustizia, con i massimi dirigenti del Movimento a spellarsi le mani in segno di approvazione, sono infatti l'anticamera della morte delle garanzie in Italia. Tra le perle del programma sulla giustizia consegnato da Di Matteo agli adoranti pentastellati c'è infatti l'affievolimento del rito accusatorio nel nostro processo che significherebbe il ritorno al sistema inquisitorio con annessa mortificazione dei diritti della difesa, l'estensione delle intercettazioni telefoniche e ambientali, l'allargamento all'infinito dei termini di prescrizione che è la condanna alla morte civile degli indagati, l'estensione delle misure di prevenzione patrimoniali durante le indagini preliminari e dunque in assenza di qualsiasi condanna. A Di Matteo, che in spregio a qualsiasi valore di terzietà che dovrebbe stare in capo a un magistrato sventola sentenze di Cassazione come fossero verità divine per attaccare Silvio Berlusconi, è appena il caso di ricordare che non sono affatto rari i casi di macroscopici errori commessi dalla Cassazione: lui ne e' diretto testimone avendo partecipato e avallato l'inchiesta che portò alla condanna definitiva in Cassazione all'ergastolo di nove innocenti per la strage di via D'Amelio. Sia chiaro: ad essere in pericolo non e' il garantismo, ma le stesse radici della convivenza civile".
In uno Stato di diritto, la separazione del potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario è perfetta.
Ora, mi spaventa l'atteggiamento di certi magistrati che vogliono ingerirsi nella politica e che hanno un atteggiamento corporativistico.
Questo atteggiamento impedisce, per esempio, la riforma della giustizia.
La nostra giustizia deve essere riformata.
Per esempio, serve la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e magistrati giudicanti.
I pubblici ministeri stanno con l'accusa.
In uno Stato di diritto, accusa e difesa debbono essere eguali.
Inoltre, i processi sono troppo lunghi.
Anche quando una persona è dichiarata innocente nel processo di primo grado, i pubblici ministeri fanno ricorsi.
Tutto questo crea problemi.
Non sarebbe il caso di fare come si fa negli USA?
Negli USA, dopo la sentenza di primo grado non si fa il ricorso, a meno che non vi siano prove in grado di ribaltarla.
Dunque, sono d'accordo con queste parole di Mulè, che possono essere lette sulla pagina Facebook di Forza Italia.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Ero certa che ti sarebbe piaciuto leggere Mulè!
RispondiEliminaIn un governo grillino il PM Di Matteo diventerebbe Ministro della Giustizia: ho detto tutto!