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domenica 11 febbraio 2018

La "Rimborsopoli" grillina

Come riporta "Il Giornale", per il Movimento 5 Stelle vi è un inciampo.
Questa è una parte delle parole dell'articolo scritto da Angelo Amante:

"I Cinque Stelle inciampano sui rimborsi. E per un movimento che si vanta di devolvere parte degli stipendi dei parlamentari al fondo per il microcredito alle imprese, è davvero una beffa.Tra la somme che i grillini dichiarano di aver restituito e il denaro ricevuto dal ministero dello Sviluppo economico, che gestisce il fondo, c'è una differenza di 22 mila euro. I grillini, sul portale «Tirendiconto», dichiarano versamenti per 23.418.354,52 euro. Secondo la tabella del Mise, la cifra è un po' più bassa, 23.192.331,08 euro. Il Movimento prova a difendersi, scaricando la responsabilità su Andrea Cecconi e Carlo Martelli, i due parlamentari accusati di incongruità nelle restituzioni, e puntando il dito su presunti ritardi nella contabilizzazione da parte del Mise. Ma la frittata è fatta, e a meno di un mese dal voto i vertici fiutano il pericolo.
Una minaccia che si annida dentro e fuori i confini. A Bruxelles, infatti, tiene banco la vicenda del capo della comunicazione dei pentastellati all'Europarlamento, Cristina Belotti, accusata di aver utilizzato i rimborsi europei per seguire la campagna elettorale in Italia. Il nuovo capo politico sa che è in gioco la sua credibilità. E i toni duri utilizzati negli ultimi giorni nei confronti di Cecconi e Martelli, che rischiano l'espulsione, non sono casuali. «Sarà verificato fino all'ultimo centesimo sul caso rimborsi», ha assicurato ieri a Potenza il candidato premier.".

Come dico sempre, per giudicare gli altri, si deve essere impeccabili e non dare adito a voci contro.
Lo dice anche il Vangelo.
Beppe Grillo e soci leggano il passo della pagliuzza nell'occhio. 
Il Movimento 5 Stelle dimostra esattamente questo, con le sue azioni incoerenti.
Beppe Grillo, Luigi Di Maio e soci non si lamentino se gli altri parlano male del loro movimento.
Sembra che le cifre parlino chiaro.
Il Movimento 5 Stelle non è un partito ma è una setta.
Esso ragiona in modo settario proprio perché vuole fare passare i suoi per "puri ed immacolati" e gli altri per "delinquenti" a prescindere da tutto.
Nella storia passata, i partiti che dicevano di avere la verità in tasca governarono e fecero dei gran casini.
Intanto, Di Maio pensi alla querela che si beccato dal presidente Berlusconi.
Di Maio lo ha definito un "traditore della patria".
Farebbe bene a pesare le parole.


1 commento:

  1. Gente che non ha mai visto un centesimo bucato e senza studiare e senza aver mai lavorato è inciampata nel blog di Grillo e si è trovata catapultata in Parlamento a guadagnare 16000 euro il mese!
    Come si può dare il voto a gente del tutto incapace, che crede a tutte le bufale che trova in giro e dargli in mano le redini del nostro Paese e la cassa del nostro Paese! correre, correre e stupidi quelli che li votano perchè sono "belli guaglioni"

    RispondiElimina

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