L'idea del centrodestra di volere implementare la flat tax è sacrosanta e giusta.
Infatti, essa non è (come dicono certa sinistra ed il Movimento 5 Stelle) una tassa che "toglie ai poveri per dare ai ricchi" ma (al contrario) essa permetterà alla aziende (che ad oggi sono massacrate da un fisco pesante) di continuare ad investire e alle famiglie di spendere più soldi, così da fare girare meglio l'economia.The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Ti segnalo questo mio post sull'argomento.Penso che in parole chiare siano spiegate le ragioni di grande speranza che è necessario accostare alla introduzione della tassa piatta.
RispondiEliminaL'etica non è guadare dal buco della serratura, ma dare un futuro ai giovani.
di Vito Schepisi (27 febbraio 2018)
L'economista Nicola Rossi, già parlamentare del PD e presidente dell'Istituto Bruno Leoni, non ha dubbi sulla Flat tax (la tassa piatta) proposta dal centrodestra: "la riforma premia i redditi da lavoro e non le rendite".
E' l'esatto contrario delle chiacchiere di Renzi che dice che la tassa piatta, invece, favorirebbe i ricchi.
I ricchi non hanno redditi da lavoro, ma da partecipazioni e capitali che sono tassati in misura fissa e con aliquote inferiori ai redditi da lavoro. La vera ingiustizia è quando i lavoratori, in percentuale, pagano più dei ricchi.
A frenare l'Italia è la misura eccessiva della pressione fiscale. Tutti, o quasi, a parole, sostengono che sia necessario fare qualcosa.
Poi alla fine, magari nascondendola dietro astrusi provvedimenti burocratici, la pressione fiscale aumenta. Ma è una follia.
Lavoro, sviluppo, pil e persino benessere, servizi, qualità della vita, serenità delle famiglie, sicurezza, cultura, civiltà e crescita demografica (di cui tanto si parla per l'invecchiamento del Paese) dipendono dal sistema fiscale e dalla contribuzione dei cittadini.
Quando ci sono risorse disponibili ci sono consumi, aumenta la domanda, circola denaro e si mette in moto la macchina della produzione che alimenta il lavoro ed il pil.
Se lavorassero tutti e se tutti contribuissero nella giusta misura, si allargherebbe la base imponibile, si mirerebbe al benessere, i giovani creerebbero nuove famiglie, nascerebbero i figli e s'abbasserebbe l'età media del Paese, aumenterebbe la produzione e si creerebbero le possibilità per aumentare e migliorare i servizi.
Tutto è collegato, ma se si pensasse d'iniziare dall'alto o da un punto intermedio, o se si pensasse di tamponare ora un'emergenza ora l'altra, sarebbe un errore.
E' sbagliato pensare di distribuire redditi assistenziali, come alcuni propongono di fare, per ovviare alla mancanza di lavoro.
Bisogna creare e dare lavoro, non mance.
L'etica non è guadare dal buco della serratura, ma dare un futuro ai giovani.
Consumare risorse, senza creare effetti benefici, contribuirebbe solo a sprofondare di più. Sarebbe come se una famiglia in difficoltà e piena di debiti, invece di allargare le fonti di reddito attraverso nuovo lavoro, creasse nuova spesa, inguaiandosi maggiormente.
Bisognerebbe iniziare quindi dal basso. Bisognerebbe cominciare a creare il processo virtuoso che, partendo dalle maggiori disponibilità economiche delle famiglie consumatrici, allargasse la produzione e quindi l'occupazione.
Bisognerebbe alleggerire gli oneri burocratici che frenano la nascita delle piccole imprese: comunico e parto con una nuova impresa, autocertificando d'essere in regola e di rispettare le norme di legge (così si taglia anche gran parte della corruzione).
Con la tassa piatta tutti sarebbero invogliati a pagare il giusto. Non ci sarebbero più giustificazioni per nessuno, soprattutto introducendo pene più severe per gli evasori.
E' l'unico modo per uscirne, altro che reddito di cittadinanza, patrimoniali e politiche assistenziali!
Non più la solita manfrina del fisco che insegue la spesa, creando o aumentando le tasse.
Il gatto che si morde la coda, benché sia un'immagine tenera e piacevole, riferita ai felini domestici, sarebbe tragicamente folle se diventasse un metodo sistemico di politica finanziaria ed economica di uno Stato.
Concordo in pieno con questa analisi.
RispondiEliminaTra l'altro, deve essere sottolineato il fatto che sia una persona di sinistra a farla.