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martedì 20 febbraio 2018

Il Lago Gerundo e la leggenda del drago Tarantasio

Ringrazio l'amica e socia Stephanie Caracciolo dell'articolo sul suo blog "Cuore d'Italia" che è intitolato "Una leggenda lombarda. Il lago Gerundo e il Tarantasio".
Quindi, dedico questo articolo a Stephanie, come anche all'amica e collaboratrice Silvia Morelli, che è una bergamasca D.O.C.
Qui in Lombardia, la regione in cui risiedo, vi è una leggenda che parla del Lago Gerundo.
Esso sarebbe stato un grosso lago che si sarebbe trovato a cavallo dei letti dei fiumi Adda e Serio e tra le Province di Milano, Bergamo, Lodi e Cremona.
Il suo nome deriverebbe dal lombardo "géra", che significa "ghiaia".
Anche nel dialetto mantovano esiste questa parola.
Con ogni probabilità, questo "lago" fu una zona paludosa con ghiaie portate dai fiumi.
Al centro di questo "lago" vi sarebbe stata un'isola chiamata Fulcheria. Il suo nome deriverebbe dal latino "pulcra" ed il suo significato sarebbe stato "Isola Bella", per la fertilità delle sue terre.
Altre ipotesi, molto suggestive, dicono che il nome deriverebbe da Acheronte, il nome di un fiume infernale dell'Ade dei Greci.
Effettivamente, le datazioni scientifiche permettono di rilevare che già da 5.000 anni la valle dell'Adda si sia già formata.
Tuttavia, il fiume mostrava più divagazioni del corso e lanche che altri corsi d'acqua della zona, come il fiume Oglio, non avevano.
Intorno a questo lago vi è una leggenda, quella del drago Tarantasio.
Questo drago ammorbava la zona con il suo fetido alito e che mangiava uomini, donne e bambini.
La leggenda è medioevale.
Il drago sarebbe stato ammazzato da uno sconosciuto che avrebbe prosciugato il lago.
Secondo la leggenda, sarebbe stato il capostipite dei Visconti, tale Ottone (1207-8 agosto 1295), che fu nominato arcivescovo di Milano.
Da qui nacque il simbolo visconteo di Milano, il "Biscione".
Secondo un'altra leggenda, a sconfiggere il drago, sarebbe stato San Cristoforo e la bestia avrebbe rappresentato nientepopodimeno che l'imperatore Federico Barbarossa (1122-10 giugno 1190), il quale fu in guerra con il Papato.
Nel 1159, l'imperatore fece assediare Crema e distrusse la cattedrale.
Il crocifisso della cattedrale, ritenuto essere guelfo per il capo reclinato a destra,  fu dato alle fiamme e (secondo una leggenda) la statua di Cristo raffigurata avrebbe ritirato i piedi dalle fiamme che li lambivano.
Quindi, l'imperatore fu identificato come un agente del male, che il drago rappresenta nel "Bestiario" medioevale.
Non è un caso, per esempio, la presenza del coccodrillo nel Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie di Curtatone, qui in Provincia di Mantova.
Nell'immaginario di allora, il coccodrillo incatenato doveva rappresentare il dragone sconfitto, il dragone citato libro dell'Apocalisse.
La realtà potrebbe essere diversa.
Con ogni probabilità, il "fetido alito" di Tarantasio potrebbe essere stata solo un'esalazione di metano (CH4) e di solfuro di idrogeno (H2S).
Il solfuro di idrogeno è quel gas che puzza di uova marce e che è tossico ed infiammabile.
Il metano è infiammabile.
Questi gas si producono anche nella putrefazione di cadaveri, cosa che in una palude può avvenire, per la presenza di zone del fondale che sono prive di ossigeno.
Anche nel'intestino umano sono presenti questi gas.
Dunque, certi fenomeni attribuiti al drago, probabilmente, furono causati da questi gas.
Tuttavia, nella chiesa di Sombreno Palladina (in Provincia di Bergamo) vi è appeso un reperto singolare.
Questo reperto è un osso, una costola, che si dice possa essere appartenuta al drago.
In realtà, potrebbe essere un fossile di un cetaceo o di un mammuth ma il fascino del mistero vi è.



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