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domenica 25 febbraio 2018

Quel sinodo mantovano che salvò l'unità della Chiesa

Non tutti sanno che nel 1067 ci fu un importante sinodo qui a Mantova.
Lo riporta il volume I della Cronaca Universale della Città di Mantova di Federigo Amadei.
Questo ne è uno stralcio:

"Quali fossero pertanto le valorose azioni di Metilde, diretta o in città o nel campo dal santo vescovo, già piene le storie e bastantemente sono cognite le protervie dell'Antipapa Cadolo, le vergognose sconfitte sue e le nere calunnie di simonia sono state da' suoi fautori apposte di illibatezza di Alessandro II. Purtroppo si sanno eziando gli scismi di que' luttuosi tempi e la generale corrottela delle due gerarchie ecclesiastica e secolare; quindi anche in mezzo a tanti disordini è nota la costante affezione di Metilde verso della Santa Sede ed il coraggio suo imperterrito per difenderla; avvalorata da quello che ispiravale il santo suo ministro e direttore.
ANNO 1067-Giunsero le cose ch'Alessandro II, per purgarsi spontaneamente dalla macchia di simonia con empietà addossatagli e per dare la quiete alla Chiesa Santa, condiscese di convocare in Mantova un Concilio a fine di comprovare autenticamente la sua innocenza a fronte degli emoli scismatici".

Ringrazio un amico cittadino che mi ha portato all'attenzione questa sua enciclopedia sulla storia di Mantova.
Il libro parla di "concilio" ma in realtà fu un sinodo.
Il periodo fu immediatamente precedente a quello di Matilde di Canossa (1046-24 luglio 1115).
La Chiesa di allora fu tormentata, come l'Europa.
Infatti, ci fu uno scontro tra  il Papato ed il Sacro Romano Impero.
Dal 965, anno in cui si insediò l'imperatore Ottone I di Sassonia (23 ottobre 912-7 maggio 973) ci fu il problema.
Gli imperatori affidarono a uomini della Chiesa i feudi.
Questa pratica di mettere ecclesiastici in ruoli di governo era già in uso durante il regno di Carlo Magno (2 aprile 742-28 giugno 814) ma con gli imperatori di Sassonia e quelli successivi essa si consolidò.
Da qui nacque un problema.
Infatti, l'imperatore investiva l'ecclesiastico della carica di principe o conte ma ad un certo punto egli volle arrogarsi il diritto di dare anche le cariche ecclesiastiche di arcivescovo e di vescovo.
Egli volle anche nominare il Papa.
Da qui nacque lo scontro con il Papato, che (in quanto fondato direttamente da San Pietro, vicario di Cristo sulla Terra) rivendicava l'indipendenza dall'imperatore.
Particolarmente duro, fu lo scontro durante il periodo di Matilde di Canossa.
Nel periodo del Concilio di Mantova,il Sacro Romano Impero era retto dall'imperatrice Agnese di Poitou (1025-14 dicembre 1077).
Ella esercitava il ruolo di reggenza, per il figlio Enrico, il futuro imperatore Enrico IV di Franconia (11 novembre 1050-7 agosto 1106).
L'imperatore Enrico IV fu colui che si umiliò a Canossa nel 1077, per farsi togliere la scomunica da Papa Gregorio VII (al secolo Ildebrando di Soana, 1010/1020-25 maggio 1085).
Quanto accaduto a Mantova fu precedente.
Infatti, questo fatto riguardò il predecessore di San Gregorio VII, Papa Alessandro II (Anselmo da Baggio, 1010/1015-21 aprile 1073, nell'immagine).
Contro di lui, l'imperatrice Agnese nominò un Antipapa.
Questi prese il nome di Onorio II (al secolo, Pietro Cadalo, 1010-1072).
Con il termine "Antipapa" si intende definire una persona eletta Papa con procedure non canoniche.
Il suo nome secolare fu Pietro Cadalo e fu un  veronese di Sabbion di Cologna.
Alla morte di Papa Niccolò II (al secolo, Gerardo di Borgogna, 980-27 agosto 1061) una delegazione della nobiltà romana andò dall'imperatrice per chiederle di nominare un Papa gradito.
Così, si tenne un sinodo a Basilea il 28 ottobre 1061.
Il sinodo elesse l'Antipapa.
Poco più di un mese prima, divenne Papa Anselmo da Baggio, con il nome di Alessandro II.
Questo provocò uno scisma dentro la Chiesa.
I vescovi tedeschi vicini all'imperatrice e la nobiltà romana che lo volle riconobbero come Papa l'Antipapa.
Lo scisma avrebbe potuto avere conseguenze gravi.
Il duca di Toscana Goffredo I (che era il padre di Matilde di Canossa, 997-1069) cercò di mediare tra le parti.
Egli indusse i contendenti ad allontanarsi da Roma e ad aspettare la decisione dal Parlamento di Augusta.
Nel contempo, ci fu la "Congiura dei Principi".
Essa fu guidata dall'Arcivescovo di Colonia, Annone II (1010-4 dicembre 1075).
Annone fece esautorare l'imperatrice Agnese e prese la custodia del figlio Enrico.
Inoltre, Annone convocò anche il Parlamento e indisse l'istruttoria che venne eseguita da suo nipote, il vescovo Burcardo II di Halberstadt, che dichiarò regolare l'elezione di Alessandro II.
Così, questi si insediò a Roma.
Burcardo divenne arcivescovo ed Annone cancelliere.
Da Parma, l'Antipapa Onorio II reagì scomunicando il Papa e dirigendosi a Roma.
Protetto da truppe normanne, il Papa si rifugiò nelle stanze vaticane.
Proprio in quel momento ci fu il sinodo di Mantova con cui fu scomunicato Onorio II, il quale non partecipò.
Onorio II si ritirò a Parma, ove morì nel 1072 senza mai rinunciare formalmente alla carica.
Le date di questo sinodo non coincidono.
Il libro della succitata enciclopedia parla del 1067 come anno del sinodo mentre altri parlano del 1064.
Comunque, quel sinodo ricompose uno scisma che avrebbe potuto avere conseguenze gravi.





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