"Il Presidente della Camera uscente (è difficile che la Boldrini sia riconfermata dopo il 4 marzo) vorrebbe "sciogliere le organizzazioni fasciste". Benissimo! Nessun problema.
Il fascismo rievoca un periodo molto brutto del nostro Paese, soprattutto per l'asse con la Germania nazista del 1936 e successivamente nel 1939 con il "Patto d'Acciaio" e le ignobili leggi razziali.
Si pongono, però, almeno tre questioni:
- La prima, fondamentale, è quella che ogni popolo ha la sua storia fatta di pagine gloriose, di coraggio, di servizio, di eroismo, di fedeltà, di adempimenti agli obblighi nazionali, ma anche di altre cose meno commendabili, come il tradimento, la viltà, la ferocia, la violenza, l'arbitrio, etc. etc. Falsificare la storia è cosa indegna, sia da una parte che dall'altra. La lotta al fascismo non è stata tutta anima e cuore, né tutta giustizia e lealtà e tantomeno tutta lotta per la democrazia e la libertà. Oramai anche su questo fronte la letteratura, a parte l'orgia iconoclasta dei vincitori, apre pagine di riflessione e di dubbi;
- la seconda è secca ma seria: chi stabilisce se una organizzazione sia fascista?
- la terza invece attiene ad un principio. Se nell'accesso comune per fascismo s’intende prevaricazione e violenza, tutte le organizzazioni che praticano gli stessi metodi di prevaricazione e violenza dovrebbero essere sciolte.
Ma ogni cosa buona deve avere riferimento in un contesto di azioni positive e di sviluppo di cultura e di civiltà. Fine a se stessa, o per capriccio di qualcuno, non avrebbe, invece, valore.
Si deve porre, pertanto, un'altra questione di doverosa e coerente scelta democratica. È fuori dubbio che tutte le ideologie forti del secolo scorso siano state giudicate negativamente, perché negatrici dei valori di democrazia, di pluralismo e di libertà. Non solo il fascismo ed il nazismo, dunque, ma anche il comunismo.
Si parla continuamente di Europa. Alcuni pensano che l'Europa sia una fonte di oro colato. Naturalmente ci sono anche quelli che qualche dubbio l'hanno, e che pensano che la vera democrazia liberale in questa Europa non sia ancora maturata, ma sui principi della condanna del "male" le idee sono, però, convergenti e prevalenti.
E' per questo che il 25 gennaio del 2006, sebbene in Italia se ne sia parlato e discusso poco, il Consiglio d'Europa ha approvato la risoluzione 1481 "Sulla necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi del totalitarismo comunista".
Nella risoluzione si legge:
"la pubblica consapevolezza dei crimini commessi dai regimi totalitari comunisti è molto scarsa. Partiti comunisti sono legali e attivi in alcuni paesi, anche se in alcuni casi non hanno preso le distanze dai crimini commessi dai regimi totalitari comunisti in passato".
Ed ancora: "l'Assemblea è convinta che la consapevolezza della storia sia una delle precondizioni per evitare simili crimini in futuro. Inoltre, il giudizio morale e la condanna dei crimini commessi svolge un importante ruolo nell'educazione delle giovani generazioni. La chiara posizione della comunità internazionale sul passato può essere di riferimento per le sue azioni future".
Benissimo, allora. Si stabiliscano i limiti, le regole e le modalità per intervenire e sciogliere le organizzazioni che usano prevaricazione e violenza e poi siano tutte sciolte.
Tutte. Senza se e senza ma, altrimenti è la solita beffa ed il solito inganno".
La nota è un commento all'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Ora la Boldrini fa i video muti: "Sciogliere i partiti neo fascisti".
Commento, definendo l'atteggiamento di Laura Boldrini è irragionevole ed irresponsabile.
Infatti, esso irragionevole ed irresponsabile perché si sta facendo salire la tensione nel nostro Paese e si rischia di arrivare anche a situazioni veramente spiacevoli.
Si rischia di creare della conflittualità inutile.
Laura Boldrini sta facendo ciò per avere un po' di visibilità.
Invece di continuare a parlare di "rigurgiti di fascismo" veri o presunti, Laura Boldrini parli anche dei crimini dei comunisti.
Perché non lo fa?
Aveva ragione Vittorio Feltri, quando diceva che gli antifascisti sono peggio dei fascisti.
I fatti dei giorni d'oggi (tra i quali è menzionato il pestaggio di un carabiniere operato dai membri dei centri sociali comunisti a Piacenza) ne sono la dimostrazione.
Aveva ragione Vittorio Feltri, quando diceva che gli antifascisti sono peggio dei fascisti.
I fatti dei giorni d'oggi (tra i quali è menzionato il pestaggio di un carabiniere operato dai membri dei centri sociali comunisti a Piacenza) ne sono la dimostrazione.
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