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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 5 gennaio 2018

Analisi della profezia di Sant'Edoardo III Il Confessore

Sant'Edoardo III il Confessore, Arazzo di Bayeux



Faccio un regalo al mio amico Filippo Giorgianni, che oggi compie gli anni.
Parlo della profezia di Sant'Edoardo III il Confessore, patrono dei re ed ultimo re degli Anglosassoni prima dell'arrivo dei Normanni nel 1066.
Egli visse tra il 1002 ed 5 gennaio 1066.
Dopo di lui, ci fu Aroldo II che nacque nel 1022 e che regnò tra il 5 gennaio 1066 ed il 14 ottobre dello stesso anno, sconfitto dai Normanni di Guglielmo il Conquistatore (8 novembre 1028-9 settembre 1087).
Ora, Sant'Edoardo III il Confessore (che fondò l'Abbazia di Westminster, in cui è sepolto) ebbe una profezia.
Su "Il Timone", essa è riportata:

"Durante il mese di gennaio del 1066 il santo re di Inghilterra Edoardo il Confessore fu costretto a letto, nel palazzo reale di Westminster, dalla sua ultima malattia. Sant’Ælred, vescovo di Rievaulx, nello Yorkshire, racconta che poco prima della sua felice morte, questo santo re fu rapito in estasi: gli apparvero due pii benedettini della Normandia, che aveva conosciuto nella sua giovinezza durante l’esilio in quel Paese, e gli rivelarono quello che doveva accadere all’Inghilterra nei secoli a venire e la causa della sua terribile punizione. Dissero: “L’estrema corruzione e la malvagità della nazione inglese hanno provocato la giusta collera di Dio. Quando la malvagità sarà arrivata all’apice, Dio nella sua ira manderà al popolo inglese degli spiriti maligni che lo puniranno e lo affliggeranno con grande severità, separando l’albero verde dalla sua radice per la lunghezza di tre furlong (misura equivalente a 200 metri circa ndr). Alla fine, però, lo stesso albero, per la compassione e la misericordia di Dio, e senza alcun aiuto da parte delle autorità inglesi, ritornerà alle sue radici, rifiorirà e porterà abbondante frutto. Dopo aver sentito queste parole, il santo re Edoardo aprì gli occhi, riacquistò i sensi e la visione svanì. Riferì subito quello che aveva visto alla sua sposa, Edgitha, a Stigand, arcivescovo di Canterbury, e a Harold, suo successore al trono, che stavano pregando riuniti attorno al suo letto".

Il riferimento è semplice.
Con l'evangelizzazione ad opera di Sant'Agostino (VI secolo AD) l'Inghilterra ebbe una delle Chiese nazionali più gloriose nell'ambito della Chiesa cattolica.
Purtroppo, conosciamo tutti la storia.
Conosciamo il malcontento che ci fu nei secoli successivi verso la corruzione del clero (che non riguardò solo la Chiesa inglese) e a quello che accadde nel XVI secolo.
Nel 1534, re Enrico VIII Tudor (28 giugno 1491-29 gennaio 1547) ruppe i legami tra la Chiesa inglese e Roma.
La cattolicità fu perseguitata e solo nel 1829 ci fu l'emancipazione dei cattolici.
Nel 1850, Il Beato Pio IX Papa  (13 maggio 1792-7 febbraio 1878) restaurò le diocesi cattoliche in Inghilterra.
Da lì, la Chiesa cattolica britannica ebbe una rinascita ed espresse grandi personaggi, come il Beato John Henry Newman (21 febbraio 1801-11 agosto 1890), che fu prima prete anglicano, poi prete cattolico e poi cardinale.
Oggi, la Chiesa cattolica nel Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord sta diventando un luogo di speranza anche per quegli anglicani disorientati da certe scelte della loro Chiesa.
La costituzione apostolica "Anglicanorum coetibus" voluta da Papa Benedetto XVI nel 2009 ha aperto una strada per il riavvicinamento degli inglesi alla cattolicità.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".