come riporta "Il Giornale", in un articolo Giuseppe Marino, sulla ricostruzione post-terremoto che ha colpito il Centro Italia ci sarebbero già le mani delle cooperative.
Il quotidiano riporta che non c'è stato manco il tempo di iniziare a parlare di ricostruzione e già s'insinua il sospetto che il "modello Emilia" in salsa amatriciana si traduca in una pioggia di appalti per le coop rosse.
Dell'area culturale e geografica vicina all'ex-governatore dell'Emilia-Romagna, che oggi è commissario per la ricostruzione, Vasco Errani del resto fanno parte alcuni giganti delle costruzioni. La voce che ha messo in allarme il mondo produttivo reatino è che sia già pronto un "pacchetto imprese" per le opere di messa in sicurezza dell'area del cratere, pacchetto privo di imprese locali.
Forse sarà solo una diceria o una chiacchiera da bar ma qualche certezza intanto c'è. Una è che il primo appalto, quello per la costruzione dei Map, i moduli abitativi provvisori, ovvero le famose casette di legno che ospiteranno i terremotati fino a ricostruzione completata, sia andato a un gruppo di aziende in cui spicca il ruolo del Cns, un consorzio bolognese targato Legacoop di cui fanno parte 192 cooperative, tra cui una di quelle che facevano riferimento all'onnipresente Salvatore Buzzi.
Avete capito?
Ora, l'auspicio è che un fatto tragico come il terremoto non divenga un'occasione per fare del business di certe aziende legate ad una certa area culturale e politica.
Non si fa il business sulla pelle dei terremotati.
Io mi ricordo della sinistra che faceva la moralisti riguardo a come era stato gestito il terremoto che nel 2009 ha colpito L'Aquila.
Cordiali saluti.
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