Cari amici ed amiche,
un articolo del quotidiano "Il Giornale" parla dei due italiani morti in Libia a causa dei terroristi, Salvatore Failla e Fausto Piano.
Se da noi il lavoro scarseggia, quella terra africana, seppur terribile, è ancora ricca di opportunità.
Questo è un po' il leitmotiv dei 48.000 connazionali in Africa, compresi i circa 600 nella Libia del dopo-Gheddafi. La loro condizione è racchiusa nelle parole che una delle vittime, il 47 enne Salvatore Failla, aveva postato su Facebook poche settimane prima del 19 luglio, giorno del rapimento: "Paura di vivere in Libia? A dire il vero qualche scontro c'è stato, ma dopo tre anni ormai ci ho fatto il callo". E sui motivi che lo spingevano a rimanere nel Paese maghrebino non si trincerava dietro frasi edulcorate: "Il lavoro si prende quando c'è e me lo faccio piacere per forza. La famiglia bisogna pure mantenerla in qualche maniera e poi questo mestiere mi offre la possibilità di togliermi qualche sfizio".
A coloro che qui in Italia, in Europa e in Occidente hanno contribuito a portare la Libia in queste condizioni, dico una sola parola: "Grazie".
Ovviamente, è un "grazie" polemico.
Per colpa di certi signori, come Barack Hussein Obama, Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e gli uomini della sinistra italiana, la Libia è diventata un Paese nel caos, in cui i nostri connazionali che vanno lì a guadagnarsi il pane rischiano la vita.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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venerdì 4 marzo 2016
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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