su "Panorama" vi è un interessante articolo scritto da Fausto Biloslavo che è intitolato "E nelle cancellerie spunta un piano B".
In Libia regna il caos più totale.
Il governo libico di unità nazionale non vede la luce e allora spunta un piano B: la divisione della Libia in tre "protettorati", uno britannico, uno francese ed uno italiano.
Il "protettorato" di Cirenaica sarebbe sotto la gestione del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord, quello di Fezzan sarebbe gestito dalla Francia e quello di Tripolitania sarebbe gestito dall'Italia.
Ora, il "caso" vorrebbe che all'Italia andasse il "protettorato" con meno petrolio.
La Cirenaica ha le grandi piattaforme di Sirte e Kufra.
I giacimenti della Cirenaica sono i due terzi del totale in Libia.
Alla Francia andrebbero i grandi giacimenti di Murzuk, al confine con l'Algeria.
Dei giacimenti della Cirenaica ricadrebbero nella Tripolitania solo una fetta piccolissima.
Nella Tripolitania "italiana" ricadrebbero il bacino di Ghadames e l'impianto di Mellitah.
Però, all'Italia andrebbe di fatto uno "scatolone di sabbia", visto che il grosso del petrolio se lo prenderebbero francesi ed inglesi.
Ora, questa idea di dividere la Libia è guardata con sospetto, per la cosa di cui ho scritto prima.
L'ambasciatore libico a Roma Ahmed Safar dice no a questo "piano".
Al contrario, l'ex-capo di stato maggiore della Difesa, il generale Vincenzo Camporini, pensa che "sarebbe utile proporre ai libici una tripartizione del Paese per spronarli a muoversi e a trovare un'intesa".
Certa è una cosa: l'Italia non ha alcun peso.
Cordiali saluti.
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