Cari amici ed amiche,
il caso di San Gennaro continua a fare discutere.
Il blog dell'Istituto Ricerca Storica delle Due Sicilie ha riportato una petizione lanciata da "Identità Insorgenti".
Io l'ho firmata.
Ora, riprendo un documento che può essere letto sul sito del Circuito Informativo Regionale della Campania per i Beni Culturali e Paesaggistici.
Esso dice:
"La 'Eccellentissima Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro' nasce nel 1601 per volere degli Eletti dei Sedili della città, allo scopo di sovrintendere la costruzione della nuova Cappella del Tesoro, amministrarne i beni derivati da doni, lasciti e offerte, proteggere le sacre reliquie e mantenere 'vivo' il culto del Santo. Ben presto viene posta sotto la giurisdizione diretta del pontefice, da cui ottenne il riconoscimento della sua autonomia dalla Curia di Napoli ed il diritto di patronato sulla Cappella, come ente laicale. Sin dal 1646 riceve dal governo della città (poi dal Comune di Napoli) un assegno annuo per il mantenimento della Cappella, che riuscirà a gestire in totale autonomia (o quasi) anche dopo l’abolizione dei Sedili e di tutte le Deputazioni cittadine ordinata per rappresaglia da Ferdinando IV nel 1800. Le notizie registrate nei documenti conservati nel prezioso Archivio della Cappella del Tesoro mettono ben in evidenza il peso politico del ruolo centrale esercitato dalla Deputazione nella gestione delle sacre reliquie e della devozione ad esse rivolta. Ma la storia di questa opera di culto è anche storia di tensioni politiche continue tra città e Chiesa (che si inserisce appieno nel più ampio panorama di scontri che hanno coinvolto gli enti laicali e le autorità ecclesiastiche in Italia). Si tratta di un braccio di ferro che prende il via sin dai primi momenti di vita della Deputazione e porta a tarare con attenzione l’esercizio dei diritti sulla Cappella e sul Tesoro, tanto sul piano simbolico quanto su quello pratico economico; senza contare l’incessante difesa della precedenza di San Gennaro sugli altri patroni della città, evidente per esempio nella lunga controversia con San Domenico (e i Domenicani) per il patronato della città e del Regno a metà del Seicento. Si pensi inoltre all’adozione di doppie chiavi per la custodia delle reliquie apribile così solo in presenza simultanea della Deputazione e dell’arcivescovo, oppure alla supervisione episcopale dei rendiconti amministrativi prodotti dal Tesoriere dell’ente. Se molte volte sono stati cercati compromessi e mediazioni, altre volte in passato la tensione ha quasi raggiunto punti di rottura, come nel caso della disputa tra il rigido Cardinal Filomarino e i nobili di Sedile Capuano, risalente al maggio 1646: in occasione della processione primaverile di San Gennaro, il Cardinale non permise a questo Sedile (che era quello cui allora spettava per uso di turni) di prelevare il busto del santo per collocarlo nel proprio altare di piazza, e di fronte alla protesta dei nobili oltraggiati pare ebbe a dire 'le reliquie sono mie, lo vedremo in Roma: camminiamo!!'. I Deputati, il cui numero è oscillato nel tempo, dal 1861 sono dodici: dieci provenienti da famiglie blasonate, iscritte nel 'Libro d’Oro' della nobiltà napoletana appartenuta agli ex-Sedili della città, e due dall’ex-Sedile del Popolo. Lo statuto ed il regolamento dell’ente sono stati confermati dai diversi poteri avvicendatisi al governo di Napoli e d’Italia; dal 1811 la Deputazione è posta sotto la presidenza nominale del Sindaco 'pro tempore' della città partenopea (supplito nella gestione degli affari dell’ente dal Deputato vicepresidente) e dal 1946 il Presidente della Repubblica è incaricato di approvare le nomine dei Deputati sulla base delle terne di candidati proposti dallo stesso ente. Nelle celebrazioni in onore di San Gennaro, i membri della Deputazione hanno un ruolo di primo piano: essi sfilano in processione dietro le Sacre Reliquie ed è sempre uno di loro, a turno, incaricato di segnalare con il fazzoletto bianco il compimento del miracolo della liquefazione, in occasione delle tre celebrazioni festive annuali (sabato anteriore alla 1° domenica di maggio, 19 settembre e 16 dicembre).".
Ora, da quello che ho capito, la Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro fu riconosciuta come autonoma dalla Curia partenopea dal Papa.
Sempre basandomi su quello che ho capito, inserendosi nel contenzioso tra la Curia e la Deputazione, il Ministero degli Interni ha deciso di favorire la prima.
Io trovo che ad essere in torto sia il Ministero degli Interni.
In pratica, il Ministero degli Interni ha emanato un decreto con cui si vorrebbe sottomettere la Deputazione alla Curia, annullando una decisione presa dal Papa.
Io penso che l'unico soggetto che può sottomettere la Deputazione alla Curia sia il Papa e non il ministro degli Interni.
Ergo, da quello che ho potuto capire, solo il Papa può dire che Deputazione dovrà essere soppressa, sottomessa alla Curia o mantenuta così come è.
Lo Stato italiano, tramite il ministro degli Interni Angelino Alfano, non avrebbe dovuto mettere il becco in questa faccenda.
Personalmente, riguardo a questa contesa, io sarei per un compromesso: le reliquie di San Gennaro (in quanto oggetti di culto) si potrebbero dare anche alla Curia (la quale, però, dovrebbe fare in modo che esse potessero essere esposte alla devozione di tutti) mentre sarebbe giusto che restassero alla Deputazione il Tesoro, le fonti bibliografiche e tutto ciò che riguarda il culto popolare di questo grande santo napoletano.
San Gennaro non è solo un grande personaggio della nostra religione ma è anche un simbolo di una città: Napoli.
Intorno alla sua figura, i napoletani si riuniscono come popolo.
Forse, noi qui a Nord avremmo da imparare qualcosa, visto che abbiamo "rinchiuso i santi nelle sagrestie".
Per questo, vi invito a firmare la petizione, seguendo il link:
https://www.change.org/p/il-popolo-di-napoli-gi%C3%B9lemanidasangennaro?recruiter=53603885&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_term=des-lg-no_src-no_msg&fb_ref=Default
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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