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giovedì 21 maggio 2015

Dalla Gola del Furlo alla Galleria Novilara, un viaggio nella storia dei tunnels

Gola di Furlo
Cari amici ed amiche,

a mio modesto parere, l'UNESCO dovrebbe dichiarare Patrimonio Mondiale dell'Umanità la galleria della Gola del Furlo.
La galleria della Gola del Furlo è un  tunnel antico che si trova sull'antica Via Flaminia, la via che univa (e tuttora unisce) Fano a Roma.
Essa risale al 76 AD e fu fatta costruire dall'imperatore Vespasiano (9 AD-79 AD).
Oggi, l'antica Via Flaminia è sostituita da una superstrada però passare attraverso il vecchio tracciato e la vecchia galleria è un tuffo nella storia.
Ci fa riflettere sul fatto che da sempre l'uomo ha cercato di modificare per renderlo atto a portare avanti la sua civiltà.
Questo lo differenzia dagli altri animali, che invece si adattano all'ambiente.
Dall'antica Roma ad oggi, le gallerie continuano ad essere fatte, ma con tecnologie sempre più all'avanguardia.
Nel XV secolo, precisamente tra il 1479 ed il 1480 fu realizzato il Buco di Viso, un tunnel che univa la Francia all'Italia, attraverso la Valle del Po.
Buco di Viso.

Non mi riferisco solo ai grandi tunnels alpini, come il Traforo del Monte Bianco o il Tunnel del San Gottardo ma anche ad opere assai meno importanti.
Cito, come esempio, la galleria "Novilara", un tunnel dell'Autostrada A14 Bologna-Taranto che è lungo poco meno di 800 metri e che si trova in territorio di Pesaro.
Questo nuovo tunnel, fatto per la carreggiata sud, è dotato di impianti di illuminazione al LED e di cunicolo di fuga per le emergenze.
Autostrada A14 Bologna-Taranto, galleria "Novilara"

Pensiamo a gallerie consimili, come la nuova galleria "Melarancio" , un tunnel lungo 1096 metri costruito per la carreggiata sud, sull'Autostrada A1 Milano-Napoli,  all'altezza di Firenze,

Autostrada A1 Milano-Napoli,  galleria "Melarancio"
Oggi, a differenza di quanto accadeva nei secoli scorsi, si pensa più alla sicurezza.
Nel XV secolo si tentò di scavare un tunnel nel Col di Tenda, nelle Alpi tra Italia e Francia.
Esso sarebbe servito ai mercanti per portare le merci.
Le tecniche però, erano troppo vecchie e consistevano nell'accendere fuochi sulla roccia e gettarvi sopra l'acqua fredda, per spaccarla.
Pur essendo ingegnoso, il metodo non garantiva uno scavo efficiente (poiché il materiale che veniva rimosso doveva essere portato via a mano) e così il tunnel fu abbandonato per 300 anni.
Solo nel XVIII secolo, i Savoia vollero fare riprendere i lavori ma non vi riuscirono, per via della Rivoluzione Francese.
Vent'anni dopo quel 1789, grazie alla ferrovia, i Piemontesi decisero di fare realizzare una galleria sotto il Moncenisio.
Un ingegnere francese, Germain Sommelier, si assunse il compito di fare il progetto.
I problemi erano numerosi e, nel suo punto più profondo, il tunnel doveva passare sotto 1.500 metri di roccia.
La temperature delle rocce era di circa 47°C e le esalazioni fumogene causate dalle esplosioni della dinamite.
Così, si decise di usare le perforatrici ad aria compressa.
Intanto, nel 1823, si decise di fare a Londra un tunnel sotterraneo che avrebbe collegato le due sponde del Tamigi.
L'ingegnere Marc Brunel ebbe l'affidamento dei lavori.
Nel 1818, egli brevettò un'intelaiatura di ghisa alta sei metri e mezzo e spessa sessanta centimetri.
I lavori si svolsero. L'impalcatura veniva spostata man mano che i lavori avanzavano. La galleria, intanto, veniva rinforzata con mattoni.
Il tunnel fu fatto ma ci furono problemi.
Infatti, le acque sporche del Tamigi si infiltravano nel tunnel e gli operai si ammalavano di tifo e colera.
Nel 1843 il tunnel fu completato (dopo il dissesto finanziario della Thames Tunnel Company che ritardò l'esito dei lavori) e fu attraversato dalla prima vettura ippotrainata.
Quel tunnel, in seguito, venne inglobato nella metropolitana di Londra.
Esso fu il prototipo del noto Eurotunnel sotto la Manica.
I tunnel hanno rivoluzionato il modo di muoversi.
Oggi, invece, ci sono macchinari ingegnosi, come la perforatrice "Martina", una perforatrice tedesca che è stata usata qui in Italia per scavare la galleria "Sparvo" , un tunnel della nuova Variante di Valico del tratto Bologna-Firenze dell'Autostrada A1 Milano-Napoli.
Questo evitò l'uso degli esplosivi in un colle in cui erano (e tuttora sono) presenti sacche di gas.
Si pensa anche alla ricostruzione dell'ambiente circostante alle opere, in modo di ridurne l'impatto.
Chi blocca opere come queste vuole che la società non progredisca.
Questo non è bene.
Cordiali saluti.


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