leggete l'articolo scritto sul suo blog da Fiamma Nirenstein e che è intitolato "Abu Mazen non è un "Angelo della pace”".
L'articolo comincia così:
"Non so come sia venuto in mente a Papa Francesco di chiamare Abu Mazen "Angelo della pace”.è una scelta bizzarra. Abu Mazen non ha mai dato segno di perseguirla, al contrario. ha messo barriere insuperabili soprattutto sul fronte all'odio contro gli israeliani. Basta prendere qualche frase pronunciata da lui quando ha tenuto il suo discorso all’ONU, per capirlo: di nuovo sono risuonate parole come “genocidio” e il riferimento al Tribunale internazionale contro i criminali di guerra. Questo sono per lui gli israeliani. Abu Mazen è l’uomo che ha concesso di chiamare una piazza col nome di Dalal al Mughrabi, la leader che comandò l’eccidio di 35 israeliani su di un autobus, fra cui 12 bambini.".
Io mi ricordo di certi sacerdoti che presero le distanze da Papa Benedetto XVI, quando quest'ultimo fece la lectio magistralis all'Università di Ratisbona nel 2006, lectio magistralis in cui il Pontefice citò una frase dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo e che ebbe una reazione dura da parte dei musulmani.
Come esempio di sacerdoti che presero le distanze dal Papa cito padre Tom Michel (responsabile del dialogo con i musulmani per Compagnia di Gesù e per la Federazione delle Conferenze Episcopale dell'Asia e consultore del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso) che disse:
"A Ratisbona, Benedetto XVI ha esposto il suo punto di vista personale. In Vaticano alcuni sono d’accordo con lui, ma ce ne sono anche molti che non concordano affatto. [...] Penso che utilizzando un autore mal informato e carico di pregiudizi come Manuele II Paleologo il Papa abbia seminato mancanza di rispetto nei confronti dei musulmani. Noi cristiani dobbiamo ai musulmani delle scuse".
La fonte da cui ho preso queste parole di padre Michel è il sito del Centro Missionario PIME.
Io sostenni Papa Benedetto XVI, come lo sostennero tanti fedeli laici come me.
Lo rifarei ancora.
Oggi, agli occhi di chi è su questa lunghezza d'onda, sembra che sia diventato un sacrilegio criticare la scelta dello Stato di Città del Vaticano di riconoscere lo Stato Palestinese.
Ricordo, prima di tutto, che riconoscere la Palestina non è certo un dogma della Chiesa cattolica.
Ricordo anche che all'epoca di quella famosa lectio magistralis, i sacerdoti ed il clero in genere avrebbero dovuti essere compatti nel sostenere Papa Benedetto XVI.
Come ho scritto prima, alcuni membri del clero presero le distanze dal Papa.
Oggi, invece, sembra che prendere le distanza dalla decisione di riconoscere la Palestina sia visto come un sacrilegio.
Lo dico con il massimo rispetto ma a casa mia, questo atteggiamento di oggi (con cui si esalta la scelta dello Stato di Città del Vaticano di riconoscere la Palestina) sembra un po' ipocrita.
Il riconoscimento della Palestina rischia solo di complicare una situazione già complessa di suo..
Papa Francesco auspica che Abu Mazen sia un "angelo della pace".
Io penso (e temo) che questa sia una speranza mal riposta, tenendo conto del fatto che Abu Mazen non voglia riconoscere Israele e che anzi sia ostile ad esso.
Cordiali saluti.
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