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sabato 7 marzo 2015

Manoscritto Voynich, verità o menzogna?

Cari amici ed amiche,

il manoscritto Voynich è ancora oggi un mistero.
Secondo la datazione al radiocarbonio (C14) esso risale ad un periodo compreso tra i 1404 ed il 1438 ed il suo sistema di scrittura è ancora oggi indecifrabile.
Probabilmente, esso (che è conservato nell'Università di Yale, presso Beinecke Rare Book and Manuscript Library, negli Stati Uniti d'America) venne scritto qui in Italia.
Il nome deriva da Wilfrid Voynich (1865-1930), un antiquario polacco naturalizzato inglese, che acquistò il manoscritto a Frascati, presso il Collegio Gesuita di Villa Mondragone.
Il manoscritto è un volume fatto di pergamena di capretto di 16 centimetri di larghezza, 22 centimetri di altezza e 4 centimetri di spessore.
Esso consta di 102 fogli, per un totale di 204 pagine.
La rilegatura, tuttavia, porta a ritenere che i fogli fossero stati di più, 116.
Queste sono le sezioni in cui è diviso:

  • Sezione I (fogli 1-66): chiamata botanica, contiene 113 disegni di piante sconosciute.
  • Sezione II (fogli 67-73): chiamata astronomica o astrologica, presenta 25 diagrammi che sembrano richiamare delle stelle. Vi si riconoscono anche alcuni segni zodiacali. Anche in questo caso risulta alquanto arduo stabilire di cosa effettivamente tratti questa sezione.
  • Sezione III (fogli 75-86): chiamata biologica, nomenclatura dovuta esclusivamente alla presenza di numerose figure femminili nude, sovente immerse fino al ginocchio in strane vasche intercomunicanti contenenti un liquido scuro.


Subito dopo questa sezione vi è un foglio ripiegato sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere di petali e fasci di tubi.
  • Sezione IV (fogli 87-102): detta farmacologica, per via delle immagini di ampolle e fiale dalla forma analoga a quella dei contenitori presenti nelle antiche farmacie. In questa sezione vi sono anche disegni di piccole piante e radici, presumibilmente erbe medicinali.
Ora, questo manoscritto ha con sé una lettera di intestazione all'imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II d'Asburgo (18 luglio 1552-20 gennaio 1612).
Questo imperatore era appassionato di alchimia e di esoterismo.
Per esempio, egli ammassò nel suo palazzo a Praga opere del pittore Parmigianino (Girolamo Francesco Maria Mazzola, 11 gennaio 1503-24 agosto 1540), il pittore alchimista per antonomasia, ed ebbe buonissimi rapporti con il rabbino di Praga Judah Loew (1520-1609), quello legato alla leggenda del Golem.
Egli ospitò a Praga degli alchimisti, tra cui gli inglesi Edward Kelly (1555-1597) e John Dee (1527-1608).
Questi due inglesi furono alchimisti.
Nel 1551, Dee fu accusato di stregoneria e di avere cercato di avvelenare Maria Tudor (1516-1558).
Alla morte della regina Maria I Tudor, Dee divenne astrologo della regina Elisabetta I (1533-1603).
Secondo le ricerche, furono questi due inglesi a dare il manoscritto all'imperatore, forse per truffarlo, spacciandolo per un testo scritto da Ruggero Bacone (1204-1294), un frate che si occupava anche di alchimia e che fu visto con sospetto dalla Chiesa.
Ora, i dati smentiscono Dee e Kelly, poiché la datazione del carbonio 14 dimostra che il manoscritto è del XV secolo.
Forse, questi due inglesi potrebbero averlo usato per truffare l'imperatore.
Lo studioso e matematico della Keele University del Regno Unito Gordon Rugg (1955) si è impegnato molto nel cercare di decifrare la lingua del manoscritto Voynich, una lingua che non esiste.
Di recente, Rugg ha avanzato un'ipotesi  secondo cui avrebbe individuato un metodo che potrebbe essere stato seguito dagli ipotetici autori per produrre "rumore casuale" in forma di sillabe. Questo metodo, realizzabile anche con strumenti del 1600, spiegherebbe la ripetitività delle sillabe e delle parole, l'assenza delle strutture tipiche della scrittura casuale e renderebbe credibile l'ipotesi che il testo sia un falso rinascimentale creato ad arte per truffare qualche studioso o sovrano, come l'imperatore Rodolfo II o come il duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga (1562-1612), che cercava il Gusano Rojo.
Sta prendendo piede un teorema secondo cui il manoscritto di Voynich sarebbe stato scritto da Alieni.
Sul foglio 68 vi è raffigurata una spirale.
Secondo qualcuno, essa potrebbe essere una raffigurazione della nebulosa di Andromeda.

Peccato, però, che nel XV secolo non ci fossero stati cannocchiali così potenti da fare vedere nitidamente Andromeda.
Così, il mistero di quelle parole e di quelle piante e figure enigmatiche resta.
Tutto ciò sarò verità o menzogna?
Cordiali saluti. 



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