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martedì 31 marzo 2015

La Regione Lombardia taglia le feste di paese

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo dell'Eco di Bergamo che è intitolato "Sagre, la Regione mette ordine "Basta con la concorrenza sleale"".
L’ha detto in Consiglio regionale Mauro Parolini, assessore regionale al Commercio, durante la discussione della proposta di "risoluzione in materia di somministrazione temporanea in occasione di sagre e fiere", presentata dal consigliere Mauro Piazza. Il dispositivo impegna la Giunta regionale a proporre modifiche normative finalizzate, sostanzialmente, a evitare forme di concorrenza sleale. Questo attraverso l’obbligo di predisposizione da parte dei Comuni di regolamenti che contengano criteri, calendari, attività di monitoraggio, condivisione nella programmazione con altri soggetti istituzionali e associativi, sanzioni e divieti, ma anche semplificazione, valorizzazione delle sagre storiche e di quelle dove la somministrazione di alimenti e bevande rappresenti un elemento di attrazione e promozione culturale o sociale.
In pratica, la Regione Lombardia vuole tagliare le feste di paese e le sagre.
Ora, esprimo un mio parere.
Com'è noto, dal 2012 ad oggi, io collaboro con un'associazione che fa eventi di questo tipo, il Comitato Manifestazioni Roncoferraro.
Io collaboro nelle sagre, come "bartender".
Io penso che il vero problema non sia rappresentato dalle Pro Loco piuttosto che dai comitati di paese (come il Comitato Manifestazioni Roncoferraro e simili) né dalle feste e dalle sagre in quanto tali.
Anzi, i comitati e le Pro Loco sono una risorsa (poiché creano aggregazione) come lo sono le feste.
Le feste di paese creano indotto e quindi contribuiscono a fare girare le attività di un paese.
Il vero problema (a mio modestissimo parere) è rappresentato dal fatto che alcuni comitati di paese (non tutti) facciano anche delle feste per eventi privati.
Sia chiaro, non c'è niente di illegale in ciò.
Un comitato può anche fare tutto ciò, poiché non c'è una legge che lo vieta.
Però, se io fossi un ristoratore, sentirei una certa "concorrenza sleale" di cui parla l'articolo che ho citato.
Ora, un ristorante è un'azienda.
Quindi, un ristoratore deve pagare le tasse e tutte le utenze (come luce, acqua e gas) e deve fare fronte alla burocrazia.
Inoltre, se non è proprietario dei muri del suo ristorante, il ristoratore deve pagare l'affitto.
Quindi, egli deve stare attento ai bilanci.
Ora, quei comitati che fanno anche feste private non hanno tutte queste magagne.
Qui nasce la "concorrenza sleale".
Queste attività secondarie non c'entrano nulla con il fare conoscere la storia, la cultura e l'enogastronomia di un determinato territorio né creano aggregazione ed indotti.
Secondo me, più che una legge che riduca le feste serve una legge che ridefinisca i ruoli dei comitati e delle Pro Loco, vietando loro alcune attività e consentendone altre.
Cordiali saluti.






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