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martedì 31 marzo 2015

La Santa Vehme? Rappresentò sé stessa



Cari amici ed amiche,

sul mio precedente blog "Italia e Mondo" avevo scritto un articolo sulla Santa Vehme.
L'articolo è oggi su questo blog.
La Santa Vehme fu un confraternita medioevale che si sviluppò in Germania e che spadroneggiò lì facendo anche della cose orribili.
Oltre ai criminali, essa perseguitò anche i liberi pensatori e gli ebrei.
Il nome Santa Vehme derivò dal fatto che essa si fosse arrogata il diritto di rappresentare la Santa Sede ed il sacro romano imperatore.
Anzi, il suo nome derivava dall'olandese "veem" (che significa "Confraternita") e fu un vero e proprio tribunale segreto che diceva di agire in nome e per conto dell'imperatore e della Santa Sede.
La realtà fu diversa.
La Santa Vehme si sviluppò dopo il tramonto degli imperatori della dinastia sveva,  dopo la morte dell'imperatore Federico II di Svevia (26 dicembre 1194-13 dicembre 1250) e la decapitazione di suo nipote Corradino che avvenne il 29 ottobre 1268.
Dopo gli Svevi ci fu un periodo chiamato Grande Interregno (1250-1273).
In questo periodo non venne nominato nessun imperatore.
In questo periodo si sviluppò la Santa Vehme.
A questa corporazione partecipavano i varie associazioni di mestiere.
Secondo lo statuto, i tribunali dovevano essere costituiti da quattordici giudici, sette nobili e sette borghesi.
Alcuni di loro erano anche dei boia.
La sentenza doveva essere emessa da almeno sette dei quattordici giudici ed i processi e le riunioni si svolgevano nei boschi e alla luce delle torce e in prossimità di un tiglio, che doveva fungere da forca.
Chi entrava prestava questo giuramento:

"Giuro sul mio onore più sacro di mantenere celati i segreti della Santa Vehme, celati al sole e alla luna, all'uomo e alla donna, all'erba e alla bestia, con la sola eccezione dell'uomo che può servire la Vehme. Giuro che non ne lascerò trapelare nulla né per amore né per paura , né per dono né per spergiuro; né per oro, né per argento, né per capriccio di donna.".

Essa disse di prefiggersi lo scopo di rappresentare l'autorità del Papa e dell'imperatore e di mantenere l'ordine in una Germania divisa in tanti principati nel Sacro Romano Impero Germanico.
In realtà, la Santa Vehme instaurò un regime terrore.
Essa puniva e condannava un lungo elenco di reati, tra cui l'adulterio, i furti, il turpiloquio e l'eresia.
Per reati gravi, come il tradimento, lo stupro , l'omicidio, la stregoneria e l'eresia, la pena era capitale.Gli imputati venivano torturati e questa "macchina di morte" si "perfezionò" con un'invenzione terribile, la "Vergine di Norimberga". Di questa "macchina di morte", vi è qui una raffigurazione che ho preso dal mio libro "Europa misteriosa".

Dopo gravi torture, l'imputato veniva bendato agli occhi e calato nel fondo di una caverna o in un sotterraneo.
Lì, se veniva giudicato colpevole, veniva costretto ad abbracciare un simulacro di bronzo della Vergine.
Quando faceva così, esso si apriva ed il condannato doveva entrarvi. La "Vergine" si richiudeva ed il condannato veniva trafitto dalle lame poste al suo interno, due delle quali all'altezza degli occhi.
Il supplizio non era finito poiché sotto la statua si apriva una botola in cui vi erano dei cilindri irti di coltelli.
Questi cilindri iniziavano a funzionare ed il corpo veniva così maciullato e finiva nel fiume sottostante.
Ben presto, la Santa Vehme iniziò a perseguitare anche i liberi pensatori e gli ebrei.
Solo a partire dal XVI secolo, la Santa Vehme ebbe un declino.
Ora, essa diceva di rappresentare il Papa e l'imperatore.
La realtà fu ben diversa.
Nel periodo del Grande Interregno non ci fu nessun imperatore.
Tutti gli imperatori successivi dovevano confrontarsi con feudatari più ricchi e potenti di loro.
Questi feudatari eleggevano gli imperatori.
Quanto al Papa, l'atavismo germanico contro Roma fu sempre ben vivo.
In realtà, la Santa Vehme rappresentò l'archetipo dell'applicazione nella pratica dell'ideologia che vedeva la Germania su tutti, un'ideologia che poi si manifestò tristemente nel secolo scorso con il nazismo.
Cordiali saluti. 


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