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martedì 24 marzo 2015

Il divorzio breve creerà problemi

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo del blog "La famiglia è una sola" di Giuliano Guzzo che è intitolato "Ecco dove ci porterà il “divorzio breve”".
L'approvazione in Senato del DDL sul divorzio breve crea un grosso problema alla famiglia, che oggi più che mai è sotto attacco.
Ora, prendo un pezzo del succitato articolo:

"Dunque, che cosa ci insegna l’esperienza internazionale? Un dato semplice ma al tempo stesso drammatico: che esiste un legame fra i divorzi maggiormente veloci e un numero maggiore divorzi, esattamente come ce n’è uno – messo in evidenzia da uno studio effettuato confrontando l’esperienza di diversi Paesi europei – fra la semplificazione o meno all’accesso al divorzio richiesto unilateralmente, consentita da un Paese, e la stabilità coniugale media che là si registrerà (Demography, 2014). Questo naturalmente non significa, tornando a noi, che se il Parlamento si decidesse improvvisamente a cestinare il progetto di legge sul “divorzio breve” le cose, per la famiglia italiana, di colpo migliorerebbero o che l’indissolubilità tornerebbe un valore condiviso da tutti. Però è pressoché sicuro – matematico, potremmo azzardarci ad affermare – che accelerare i tempi della rottura coniugale, in Italia, determinerebbe un drastico peggioramento della situazione. Per le persone che comunque sperimenterebbero sulla propria pelle un fallimento e il peso di dover ricominciare daccapo; e, soprattutto, per i più giovani i quali, oltre al precariato lavorativo, dovranno fronteggiare sempre più quello affettivo, che sarà presentato loro come un diritto anziché come un limite, come una conquista e non come un elemento di drammatico impoverimento: oltre al danno, la beffa. Prima di dare la loro definitiva approvazione al “divorzio breve”, quindi, ci pensino i bene, i signori parlamentari. Pensino a quale Paese vale la pena lasciare non tanto ai loro figli, bensì ai loro nipoti, ai quali potrebbe essere consegnata un’Italia senza speranza non già perché priva di occupazione o in ritardo con le riforme, ma perché con un pilastro fondamentale, com’è quello della famiglia, fortemente compromesso".

Mi sembra logico questo principio.
Se il divorzio diventa più agevole e facile, si divorzia di più.
In pratica, il divorzio breve è una pubblicità al divorzio e rischia di essere molto efficace.
Questa pubblicità avrà effetti devastanti.
Ora, il divorzio è di per sé una tragedia.
Infatti, esso non è solo il fallimento di un amore tra un uomo ed una donna ma è anche una tragedia per i figli che da quel matrimonio sono venuti fuori.
Prima di tutto, essi vivono la tragedia di non avere più uno dei due genitori (di solito il padre) al loro fianco.
In secondo luogo, i figli dei divorziati hanno maggiori rischi di divorziare a loro volta.
Secondo uno studio finlandese del National Public Health Institute, da un'analisi fatta su un campione di 1471 studenti intervistati a 16 e poi a 32 anni il dato che è venuto fuori non è incoraggiante. I figli di matrimoni falliti hanno un tasso assai più alto di separazione, divorzio e comportamenti a rischio rispetto a quelli delle coppie stabili (situazioni critiche nel 65% dei casi). Il prezzo maggiore lo pagano sicuramente le donne con più sintomi psicosomatici e depressione. Per la ricerca, il divorzio dei genitori costituisce una "base di vulnerabilità" perché il "veleno" del divorzio dei genitori entra nei figli e questi diventano meno sicuri nelle relazioni e nel farsi una famiglia. I figli di chi si è lasciato si lasciano con impressionante frequenza (fonte D.Famiglia-La Repubblica").
Quindi, se rendiamo più facile il divorzio, c'è il rischio di un "effetto domino".
Oltre a ciò, vi è la questione dei padri separati.
Tanti sono i padri separati e divorziati che perdono la casa ed i propri figli, i quali spesso vengono usati come "armi" dalle ex-mogli per avere più soldi..
Tanti padri separati e divorziati vivono nell'indigenza.
Questo fa aumentare la povertà.
Come disse il professor Plinio Correa de Oliveira (1908-1995), il divorzio è una forma di poligamia.
Questa è la decadenza della nostra società.
Cordiali saluti.




9 commenti:

  1. Velocizzare il divorzio è sbagliato, soprattutto se si considera che il 98% delle separazioni sfocia (dopo tre anni) nel divorzio. Pertanto è sbagliato diminuire i tempi e far risparmiare alla coppia fior di quattrini (da pagare agli avvocati) e stemperare le tensioni personali (che si riversano spesso sui figli) che tre anni di attesa comportano. In effetti quel 98% è percentuale ancora troppo bassa, occorrerebbe almeno un 110%!

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  2. Faccia un salto in tribunale, prenda cognizione di cosa significhi la crisi matrimoniale e la sua gestione (personale e patrimoniale) e poi sono sicuro che sarà ancora più contrario al divorzio breve. Anzi sono convinto che lei dopo sarebbe per un divorzio non lungo ma lunghissimo, magari coi termini raddoppiati.
    E fa bene poi il legislatore a non occuparsi di una faccenda molto diffusa e cioè la compera degli annullamenti presso i tribunali ecclesiastici. In effetti è una diffusa prassi pro famiglia, com'è nel fine della nostra Chiesa.
    Ah questi laicisti, ma dove ci vogliono portare?

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  3. Infatti! Io raddoppierei almeno i termini. Perché da un lato occorre tener conto di quel 2% che residua (su di esso va calibrata la norma e non sulla stragrande maggioranza delle coppie in crisi) e dall'altro occorre aumentare ancora si più le spese legali di chi vuole divorziare! Che poi, si deve considerare anche l'interesse dei bambini a vivere il più a lungo possibile in una famiglia in crisi!
    La coppia si è sposata davanti a Dio, mica è un impegno come gli altri? E poi, se proprio vogliono fare presto, c'è sempre la scappatoia dell'annullamento comprato nei tribunali ecclesiastici: Dio in quel caso capirebbe!
    Ha ragione, lei sì che è un cittadino modello che si occupa degli interessi dei suoi concittadini e dei loro figli! Lei sì che si occupa delle questioni ideologiche e di principio, mica come quei laicisti che guardano solo e soltanto agli effetti pratici?!
    Ripeto, oggi chi si separa poi divorzia nel 98% dei casi, occorre di più, almeno il 110%! Ma quei laicisti pensano perfino al fatto che tre anni di attesa sono un salasso per le tasche! Che poi, diciamocela tutta, ma devono per forza divorziare? Se hai i soldi puoi divorziare e magari comprarti anche l' annullamento ecclesiastico; ma se non li hai perché dovresti divorziare?!
    Questi laicisti, ne cacciano una al giorno!

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  4. Tutt'altro! Oggi il 2% di chi si separa poi non divorzia e perciò i termini lunghi servono proprio ad evitare che, nell'eventualità di termini brevi, questi si ritrovino divorziati. Ed è a loro che la legge deve guardare e non al 98% che nelle more del procedimento soffre un salasso economico, non trova? Questi ultimi insomma (la stragrande maggioranza), termini brevi o lunghi, alla fine divorziano comunque, ma si deve guardare al salvabile, anche se è infinitamente esiguo, non trova? Quindi è giusto che per salvare lo sparuto salvabile, milioni di cittadini soffrano un salasso economico, no? Che poi, parliamoci chiaro, la crisi oggi tocca pure gli avvocati e magari quelli che siedono in parlamento, pur se votando NO tutelano i loro interessi professionali, alla fin fine fanno un'opera di bene. Sapesse lei quanti matrimonialisti oggi rischiano di non potersi più permettere il tenore di vita pre-crisi, e immaginiamoci se passasse questa legge! Dopo avrebbero nelle loro mani i clienti solo per poco tempo. Che tristezza guardi.....
    E anche riguardo alla faccenda della prassi delle compere degli annullamenti ecclesiastici: in fin dei conti il tutto si svolge dinanzi a dio, quindi il problema dell'unità della famiglia qui non viene in conto, non trova? La chiesa è per la famiglia, mica ci va contro?
    La ammiro, ha colto in pieno il problema!

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  5. Il divorzio è di per sé una tragedia. E' una tragedia umana e sociale.

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  6. Infatti! E dunque tragedia per tragedia ossia disintegrazione della famiglia aggiunta al salasso economico, non deve farci indietreggiare e rischiare la debacle anche di quello sparuto 2%. Quel 2% è più importante del salasso economico della stragrande maggioranza, non trova?
    E c'è chi dice perfino che il vero rischio per l'integrità della famiglia sia costituito dalle compere degli annullamenti ecclesiastici! Quegli stolti dei laicisti non capiscono che la compera avviene col placet di Dio, dato che i giudici ecclesiastici Esso rappresentano. E allora la famiglia è salva, poiché c'è l'intercessione di Dio!
    E poi glielo ripeto: mi fa soprattutto rabbia chi non considera che il divorzio breve potrebbe svuotare le tasche degli avvocati matrimonialisti, molti dei quali siedono in parlamento, gente, pertanto, di tutto rispetto!
    Ma come si fa a pensare a leggi del genere, ma come si fa per la miseria! Questi laicisti vogliono portarci davvero alla sfascio.
    Ma dico io, tutto questo scompiglio per il 98% dei separati? E a quel 2%, a tutti quegli avvocati, chi ci pensa poi? Chi ci pensa!?!?
    Mi congratulo di nuovo per il suo articolo: coglie in pieno il problema, lei è impeccabile! Ce ne vorrebbero di giovani come lei, e come se ci vorrebbero!
    Ps quel 98%...avessero almeno la forza di comprarsi l'annullamento! Che egoisti guardi, brutta, brutta gente! Vogliono una legge ad personam, sempre la strada più corta! Ahaha in questo caso a battuta ci sta tutta!

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  7. A me sembra che qui si stia facendo dell'ironia.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.