leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato ""Italia e Francia fuori dall'euro". Monta l'insofferenza dei tedeschi".
Si torna a parlare di Grexit ma adesso l'uscita della Grecia dall'Euro non fa più paura.
Anzi, qualcuno la caldeggia.
In Germania il sentimento anti-Euro sta montando. "La Grecia dovrebbe essere solo il primo paese a lasciare la zona dell'Euro - ha sottolineato il leader di Alternative fur Deutschland, Bernd Lucke - anche Italia e Francia dovrebbero trarre le conseguenze del fatto che non non possono attenersi alle regole e sono sempre più segnate da difficoltà nell’industria e duratura forte disoccupazione". Secondo il leader anti-Euro, l'addio alla moneta unica sarebbe "nell’interesse dei cittadini e nell’interesse degli stati che ritengono indispensabile una moneta forte". Lucke accusa chiaramente sia il presidente francese Francois Hollande sia il premier italiano Matteo Renzi di non essere in grado di fare le riforme: "L'Euro non è una comunità stabile e non potrà mai esserlo". Da qui la proposta di usare la prevedibile uscita di Atene dall’Euro per "regolare definitivamente la situazione per risolvere i problemi dell'Eurozona"."La valuta comune è sensata soltanto se limitata ai paesi competitivi e orientati alla stabilità - conclude - Francia e Italia chiaramente non appartengono a questi".
In Germania il sentimento anti-Euro sta montando. "La Grecia dovrebbe essere solo il primo paese a lasciare la zona dell'Euro - ha sottolineato il leader di Alternative fur Deutschland, Bernd Lucke - anche Italia e Francia dovrebbero trarre le conseguenze del fatto che non non possono attenersi alle regole e sono sempre più segnate da difficoltà nell’industria e duratura forte disoccupazione". Secondo il leader anti-Euro, l'addio alla moneta unica sarebbe "nell’interesse dei cittadini e nell’interesse degli stati che ritengono indispensabile una moneta forte". Lucke accusa chiaramente sia il presidente francese Francois Hollande sia il premier italiano Matteo Renzi di non essere in grado di fare le riforme: "L'Euro non è una comunità stabile e non potrà mai esserlo". Da qui la proposta di usare la prevedibile uscita di Atene dall’Euro per "regolare definitivamente la situazione per risolvere i problemi dell'Eurozona"."La valuta comune è sensata soltanto se limitata ai paesi competitivi e orientati alla stabilità - conclude - Francia e Italia chiaramente non appartengono a questi".
Questa è l'ennesima dimostrazione del fatto che una grande statista come Margaret Thatcher abbia avuto ragione a criticare il progetto dell'Euro.
Così com'è, l'Euro non è una moneta che funziona.
Essa non ha dietro una vera banca centrale europea.
Prendiamo (ad esempio) una moneta come il Dollaro americano.
Il Dollaro americano è una vera moneta poiché ha dietro una vera banca come la Federal Reserve, alla quale il presidente americano può chiedere di stampare moneta quando serve.
La Banca Centrale Europea, invece, non ha di fronte organi politici che le possono chiedere di stampare moneta.
L'unico che può fare ciò è il suo presidente.
Infatti, la misura del Quantitative Leasing (l'erogazione di Euro per combattere la deflazione) è stato implementato per volontà del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi.
Però, la Banca Centrale Europea non è una vera una banca centrale.
Gli organi politici europei non hanno nessun controllo su di essa.
Margaret Thatcher aveva fatto bene a definire l'Euro una minaccia per la democrazia.
Sul sito "Investire oggi" riporta il pensiero della "Iron Lady" e sono interessanti queste parole:
"Definì l'Euro "un pericolo per la democrazia", fiutò l'inconsistenza di un progetto per cui si sarebbe varata un'unica valuta da Londra ad Atene, perdendo il controllo della sovranità monetaria e un pezzo non indifferente di democrazia.
Pagò a caro prezzo tale rifiuto, perché tornando da un vertice a Roma, nel mese di ottobre del 1990, in cui solo lei si era opposta alla maggiore integrazione politica e monetaria dell'allora CEE, i suoi compagni di partito le fecero trovare una bella sorpresa: il ministro degli Esteri, Geoffrey Howe, si dimetteva in contrasto col suo euro-scetticismo, mentre la sua ricandidatura per la segreteria dei Tories sarebbe stata contrastata da Michael Heseltine, su cui prevalse con difficoltà e solo al secondo turno. Uno choc, che la spinge alle dimissioni nel novembre del 1990, dopo 11 anni e mezzo di governo, uscendo da Downing Street con gli occhi velati di lacrime.
Due anni dopo, nel 1992, proprio la non partecipazione della sterlina al progetto dell'euro portò a un attacco speculativo contro la valuta britannica, che uscì dallo SME insieme alla lira. Fu il trionfo (temporaneo) di quanti tra gli stessi conservatori avevano criticato l'ostinazione della Thatcher contro la moneta unica.".
Pagò a caro prezzo tale rifiuto, perché tornando da un vertice a Roma, nel mese di ottobre del 1990, in cui solo lei si era opposta alla maggiore integrazione politica e monetaria dell'allora CEE, i suoi compagni di partito le fecero trovare una bella sorpresa: il ministro degli Esteri, Geoffrey Howe, si dimetteva in contrasto col suo euro-scetticismo, mentre la sua ricandidatura per la segreteria dei Tories sarebbe stata contrastata da Michael Heseltine, su cui prevalse con difficoltà e solo al secondo turno. Uno choc, che la spinge alle dimissioni nel novembre del 1990, dopo 11 anni e mezzo di governo, uscendo da Downing Street con gli occhi velati di lacrime.
Due anni dopo, nel 1992, proprio la non partecipazione della sterlina al progetto dell'euro portò a un attacco speculativo contro la valuta britannica, che uscì dallo SME insieme alla lira. Fu il trionfo (temporaneo) di quanti tra gli stessi conservatori avevano criticato l'ostinazione della Thatcher contro la moneta unica.".
Ovviamente, si parla di Margaret Thatcher.
Evidentemente, dietro a questo Euro vi fu la volontà di creare un'Europa centrata sulla Germania.
Il problema è che gli altri Paesi si impoveriscono e diventano dei satelliti di Berlino.
Il progetto non sembra diverso da quello nazista.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento