Chil Post, chiesta l'archiviazione per il padre di Renzi

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Chiesta l'archiviazione per il papà di Renzi".
Sono state chiuse le indagini per il papà del premier, Tiziano Renzi (nella foto), accusato di bancarotta fraudolenta dopo il fallimento della società Chil Post srl, una società che distribuiva giornali e volantini.
Ora, i Pubblici Ministeri hanno chiesto l'archiviazione del caso ed ora il giudice deciderà se rinviare a giudizio o meno il padre del premier.
Tiziano Renzi era accusato di aver ceduto per poco più di 3.000 euro il ramo sano dell'azienda alla Eventi 6 (di proprietà della moglie Laura Bonoli) prima di dichiarare il fallimento della società con debiti per 1.300.000 mila euro.

Ora, secondo gli inquirenti, Tiziano Renzi avrebbe gestito correttamente la società madre e non avrebbe contribuito al fallimento.

Sono state chiuse le indagini anche per gli altri due indagati, gli amministratori subentrati nella gestione societaria nel 2010, Antonello Gabelli e Mariano Massone.

I due sono indagati per bancarotta fraudolenta.

Questa vicenda mi fa riflettere.

Mentre per il padre del premer Matteo Renzi è stata chiesta l'archiviazione, un pensionato di Cremona è stato condannato a 45 giorni di carcere e a pagare una multa pari a  11.250 Euro per avere rubato una salsiccia dal valore di 1,76 Euro.
Sia chiaro, finché non c'è una sentenza definitiva, una persona è da dichiararsi innocente.
Questo vale anche per Tiziano Renzi.
Però, trovo strano che per un caso di bancarotta fraudolenta si chieda l'archiviazione della posizioni di un imputato mentre si condanni senza se e senza ma un pensionato che ha rubato una salsiccia per fame.

Questo Paese merita di fallire.

Cordiali saluti.