se qualcuno mi dice che il Cristianesimo è una religione pacifista, io mi arrabbio.
Nel suo libro "Rivoluzione e Controrivoluzione", il grande pensatore cattolico Plinio Correa de Oliveira (1908-1995) scrisse:
"CAPITOLO XII
Carattere pacifista e antimilitarista della Rivoluzione
Ciò che abbiamo esposto nel capitolo precedente ci fa comprendere facilmente il carattere pacifista,
e quindi antimilitarista, della Rivoluzione.
1. La scienza abolirà le guerre, le forze armate e la polizia
Nel paradiso tecnico della Rivoluzione, la pace deve essere perpetua.
Infatti la scienza dimostra che la guerra è un male. E la tecnica riesce a evitare tutte le cause di
guerra.
Da ciò una fondamentale incompatibilità tra la Rivoluzione e le forze armate, che dovranno essere
completamente abolite. Nella Repubblica Universale vi sarà soltanto una polizia, finché i progressi
della scienza e della tecnica non giungeranno a eliminare il crimine.
2. Incompatibilità dottrinale tra la Rivoluzione e la divisa. La divisa, con la sua semplice presenza, afferma implicitamente alcune verità, alquanto generiche,
senza dubbio, ma di natura certamente contro-rivoluzionaria:
1) L'esistenza di valori superiori alla vita e per i quali si deve morire, il che è contrario alla
mentalità socialista, tutta fatta di orrore per il rischio e per il dolore, di adorazione della sicurezza, e
di grandissimo attaccamento alla vita terrena.
2) L'esistenza di una morale, perché la condizione militare è totalmente fondata su ideali di onore, di forza posta al servizio del bene e rivolta contro il male, ecc.
3. Il "temperamento" della Rivoluzione è ostile alla vita militare
Infine, tra la Rivoluzione e lo spirito militare vi è una antipatia di "temperamento". La Rivoluzione,
finché non ha in mano tutte le redini, è verbosa, intrigante, declamatoria. A ciò che potremmo
chiamare il temperamento attuale della Rivoluzione, riesce sgradito vedere risolte le cose in modo
diretto, drastico, secco, more militari. "Attuale", sottolineiamo, per fare riferimento alla Rivoluzione
nello stadio in cui si trova fra noi. Poiché non vi è nulla di più dispotico e crudele della Rivoluzione
quando è onnipotente: la Russia ne offre un esempio eloquente. Ma anche qui la divergenza
sussiste, posto che lo spirito militare è cosa ben diversa dallo spirito di carnefice.
* * * * *
Analizzata così, nei suoi diversi aspetti, l'utopia rivoluzionaria, diamo per concluso lo studio della Rivoluzione. ".
Nella sua "Summa theologica contra gentiles" il santo e dottore della Chiesa Tommaso d'Aquino (1225-1274) ammise la possibilità di ricorrere alla guerra.
Certo, per essere definita "giusta", la guerra doveva essere dichiarata da un capo di Stato ed il suo motivo doveva essere la difesa del bene e non ricercare il male.
La Chiesa organizzò le Crociate poiché vi era la minaccia dei musulmani.
Nel 1071 ci fu la sconfitta dei Bizantini a Manzicerta da parte dei Turchi Selgiuchidi.
Questi ultimi si presero l'Anatolia e minacciarono Costantinopoli.
Inoltre, i Turchi Selgiuchidi arrivarono a Gerusalemme e perseguitarono i cristiani.
Per questo, il 27 novembre 1095, Papa Urbano II (1040-1099) indisse durante il Concilio di Clermont la I Crociata.
Quella missione fu fatta a fin di bene.
Certo, in quella guerra si fecero anche azioni criminali ma il fine era nobile.
Se al tempo di Papa Urbano II ci fossero stati dei pacifisti e se la gente avesse dato retta a questi ultimi, l'Impero Bizantino sarebbe caduto ben prima del 29 maggio 1453, ogni traccia dell'Ebraismo e del Cristianesimo sarebbe scomparsa da Gerusalemme e l'Islam avrebbe invaso l'Europa.
Ora, vi sono cattolici che citano l'Enciclica "Pacem in Terris", il documento che era stato scritta da San Giovanni XXIII Papa (1881-1963), per dire un no assoluto alla guerra e legittimare le posizioni di pacifisti.
In realtà, quello che dice la succitata enciclica non cancella quello che ho citato prima né contrasta con esso.
Dare la validità solo all'Enciclica "Pacem in Terris" significa mettere in discussione quello che scrissero importanti dottori della Chiesa, come per l'appunto San Tommaso d'Aquino.
Una cosa del genere porterebbe alla fine della Chiesa.
Tra l'altro, non mi risulta che Gesù Cristo abbia mai condannato i soldati.
Va detto anche che si deve guardare anche alla necessità.
La necessità di oggi è il doverci difendere da mali come il terrorismo.
Va detto anche che si deve guardare anche alla necessità.
La necessità di oggi è il doverci difendere da mali come il terrorismo.
Inoltre, io vedo nel pacifismo una grande ipocrisia.
Basti pensare a quei pacifisti che vorrebbero l'impiccagione dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Qui vale quanto scrisse il professor Plinio Correa de Oliveira.
Cordiali saluti.
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