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| Venezia Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, il martirio di Marcantonio Bragadin |
Cari amici ed amiche.
Nel 1570, una flotta turca comandata da Lalà Mustafà Pascià (1500-1580) e mandata dal sultano Selim II (detto Sarhos, ossia "l'Ubriacone", 1524-1584) attaccò l'Isola di Cipro, che era in mano alla Repubblica di Venezia.
Nel 1571, cadde anche l'ultima roccaforte veneziana, Famagosta ed il suo governatore Marcantonio Bragadin fu trucidato.
Egli fu torturato, mutilato e scuoiato vivo.
La sua pelle fu impagliata, ricucita e portata in giro per Famagosta (prima) e per Costantinopoli (poi) in segno di disprezzo.
In seguito, la pelle di Bragadin fu trafugata e riportata a Venezia.
Oggi, essa è conservata nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia.
Eppure, il martirio del Bragadin non fu vano.
Esso, infatti, permise alle flotte cristiane di riorganizzarsi e dare inizio alla vittoriosa Battaglia di Lepanto.
L'antefatto di tutta la storia fu il seguente:
nel 1500, l'Impero Ottomano raggiunse l'apogeo.
Era il regno del sultano Solimano il Magnifico (padre di Selim II, 1494-1566).
Quando Selim II salì al potere (1566), si seguì la consuetudine di fare costruire una moschea.
Non ci furono i soldi.
Allora, un consigliere del sultano, l'ebreo Giuseppe Micas, gli suggerì di prendere Cipro e di usare il bottino per fare costruire la moschea.
All'epoca, però, tra Turchi e Veneziani c'era la pace.
L'idea del Micas era quella di fare di Cipro una sorta di luogo sicuro per gli ebrei.
Dal suo punto di vista, ciò non poté essergli biasimato.
Gli ebrei erano osteggiati dai musulmani e venivano perseguitati negli Stati cristiani, anche contro il parere della Chiesa.
Purtroppo, il sultano chiese consiglio al muftì di Costantinopoli, il quale gli citò una sura del Corano (9,29) che recitava: "Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati".
In funzione di questa sura, il muftì emise una fatwa con cui si imponeva di conquistare tutti i territori che furono degli Arabi, come Cipro, Creta la Sicilia e la Spagna.
Questo fece partire l'attacco a Cipro.
La situazione dell'Europa non era buona.
Infatti, essa era divisa tra cattolici e protestanti e la lacerazione la rese più debole.
Nel 1501, i Turchi schiavizzarono gli abitanti dell'Isola di Pianosa, nel Mare Tirreno.
Nel 1516, i Turchi sbarcarono a Lavinio, nel Lazio, e per poco non presero Papa Leone X.
Nel 1526, i Turchi sconfissero i cristiani a Mohacz, in Ungheria, rischiando di arrivare a Vienna.
Nel 1534, i Turchi sbarcarono a Cetraro, in Calabria, nel Golfo di Napoli e nel Lazio, a Sperlonga.
Nel 1544, i Turchi arrivarono a Messina.
Dunque, il problema era serio.
Nel 1570, i Turchi attaccarono Cipro.
I Veneziani resistettero.
In questo assedio morì il vescovo cattolico di Limassol Serafino Fortibraccia.
La stessa sorte toccò al vescovo di Pafo Francesco Contarini.
Il vescovo Gerolamo Ragazzoni (1537-1592) si salvò perché era a Cisamo (Kisamos), nell'Isola di Creta.
Anche l'arcivescovo di Nicosia Filippo Mocenigo si salvò, poiché durante l'assedio egli era a Roma. Morì nel 1586.
Questa resistenza dei Veneziani fece organizzare le forze cristiane.
Nel 1571 cadde Famagosta ed il Bragadin fu martirizzato.
Nello stesso anno partì la flotta per Lepanto.
Ci fu una battaglia ed i Turchi furono sconfitti.
Molto probabilmente, se non ci fosse stato il sacrificio del Bragadin, le forze cristiane si sarebbero organizzate e la storia sarebbe stata diversa.
Cordiali saluti.
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