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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 3 dicembre 2021

Vaccino ed effetti avversi


Ringrazio l'amico Morris Sonnino che mi ha portato all'attenzione questo screenshot con un articolo del sito "TG COM 24".

Prima di iniziare a trattare il tema, desidero fare un paio di appunti a certi interlocutori sui social network.
In primis, Morris Sonnino non è un No Vax come non lo sono io.
Siamo entrambi vaccinati.
In secundis, lo screenshot è di un sito giornalistico che può essere trovato in rete.
Il sito in questione è "TG COM 24". 
Chi commenterà solo per fare delle polemiche e non per cercare un confronto sarà prontamente bloccato.
Mi sono stancato di questo clima di odio.
Ora, tratto il tema e lo faccio prendendo uno stralcio di un articolo della Fondazione David Hume:

"Tralasciamo per semplicità queste ulteriori correzioni. Ora, è chiaro che se, su 500.000 vaccinati, invece di 16-17 ne muoiono 100, posso assai fortemente sospettare i vaccini di essere responsabili delle oltre 80 morti in eccesso. Analogamente, se scopro che ci sono state 2 trombosi di un tipo molto raro e particolare mentre normalmente me ne sarei aspettate 0,5 – ovvero 5 volte di meno – posso molto ragionevolmente sospettare che ci sia una relazione di causa-effetto con la vaccinazione. Dunque, a meno che i numeri dei morti in eccesso non siano abbastanza eclatanti (diciamo almeno 4-5 volte quelli attesi), con questo metodo non è facile scoprire quanti siano le morti indotte da vaccino. Ancora peggiore è la situazione se considero il singolo caso di morte, poiché l'onere della dimostrazione del legame causa-effetto è in capo a chi fa un’azione legale nei confronti delle Autorità sanitarie, e queste in genere hanno gioco facile a escluderlo, a meno che non si sia in presenza di una storia clinica “pulita” e di un'autopsia che spieghi in modo inequivocabile la relazione fra la morte e la dose ricevuta. Potrebbe quindi sembrare che non vi sia modo di tentare di stimare il numero di morti indotte dai vaccini anti-Covid, ma per fortuna non è così. Anzi, analizzando bene i dati pubblici si possono trarre informazioni davvero assai interessanti. Prima, però, di svelare i metodi che si possono usare per raggiungere – sia pure indirettamente – una rozza stima delle morti indotte dai vaccini anti-Covid, vorrei spendere due parole sui database degli effetti avversi, poiché di solito questi sono un buon punto di partenza. I principali database occidentali sugli effetti avversi dei vaccini (e quindi anche dei vaccini anti-Covid) sono tre, e tutti sono accessibili liberamente – e pertanto consultabili anche da voi – grazie a Internet: (1) per gli Stati Uniti, il VAERS (Vaccine Adverse Reporting System) [156], gestito dai Centers for Disease Control (CDC); (2) per il Regno Unito, il MHRA, che ha allestito un sito ad hoc chiamato “Yellow Card Covid-19” [157]; (3) per l’Europa, EudraVigilance [158], in cui affluiscono anche i dati dell’Italia, che non ha un database ad accesso pubblico. In generale, un evento avverso (EA) è definito come qualsiasi evento medico sfavorevole; un evento avverso grave (SAE), invece, è definito come qualsiasi evento avverso che provoca la morte o mette in pericolo la vita (come ad es. la miocardite, poiché è spesso associata al ricovero in ospedale). Per esempio, il manuale del VAERS afferma che circa il 15% degli eventi avversi segnalati nel database è classificato come grave. Dunque, non stupisce che per i vaccini anti-Covid il grosso degli effetti avversi segnalati siano non letali.
Un esempio di scheda di segnalazione di effetti avversi non letali post-vaccino anti-Covid tratta dal database VAERS degli Stati Uniti. Se ne possono trovare varie altre migliaia ed è istruttivo dar loro un’occhiata, poiché molte di esse contengono una descrizione piuttosto accurata di ciò che è successo. Di questi tre database, quello di gran lunga migliore per trasparenza e completezza dei dati è il VAERS, che da oltre 30 anni raccoglie le segnalazioni di effetti avversi relative a tutti i vaccini somministrati, e già solo per i vaccini anti-Covid contiene migliaia di pagine che riportano in dettaglio ciascuna una decina di eventi avversi mortali, con data, età e eventuali patologie della persona morta e data della vaccinazione. Ma sono segnalati anche eventi meno gravi – che rappresentano la maggior parte – fino a quelli minori. Ad esempio, tra il 14 dicembre 2020 e il 10 settembre 2021, ci sono state 8.793 segnalazioni totali di disturbi mestruali o forte sanguinamento dopo la vaccinazione con un vaccino anti-Covid [154], per cui i National Institutes of Health americani hanno lanciato degli studi sull’argomento [155]. Storicamente, è noto che il VAERS riporta, per specifiche tipologie di effetti avversi, fino a meno dell'1% degli eventi avversi effettivi al vaccino [168, 181] (la percentuale esatta varia molto [185], come vedremo nella seconda parte di questo articolo), trattandosi di una forma di farmacosorveglianza “passiva”; il che significa che il numero effettivo di certi tipi di eventi avversi (rivelabile solo con la farmacosorveglianza “attiva”) potrebbe essere fino a 100 volte più alto. Inoltre, i bassi tassi di segnalazione tipici di questo tipo di database in passato hanno precluso o ritardato l'identificazione dei vaccini “problematici” per la salute delle persone. Probabilmente, il più grande limite dei database degli effetti avversi è che sono passivi o spontanei, il che significa che si basano sulla volontà delle persone e dei professionisti medici di inviare segnalazioni “spontaneamente”. Quindi i tassi di segnalazione sono bassi e incoerenti. Un'altra limitazione è che i rapporti non possono essere utilizzati in modo affidabile per mostrare una connessione causale tra un vaccino o un farmaco e un evento avverso. Inoltre, i tassi di incidenza ed i relativi rischi di eventi avversi specifici non possono essere calcolati [3]. Quindi vi potreste chiedere: a cosa servono? Sono utilizzati per fornire una sorta di sistema di allerta precoce. Quando si accumulano abbastanza rapporti su un particolare tipo di evento, quei rapporti producono un “segnale sulla sicurezza”, una sorta di campanello d'allarme. Quando suona l'allarme, non significa che c'è sicuramente un problema, ma esso dovrebbe avvisare le autorità di un possibile problema e richiedere ulteriori indagini. E, come vedremo nel corso di questo articolo, i segnali di sicurezza per i vaccini anti-Covid sono numerosi e piuttosto evidenti. A gennaio, i CDC hanno pubblicato un documento informativo che delinea le procedure operative standard dell'agenzia per il monitoraggio continuo del VAERS per i segnali sulla sicurezza dei vaccini Covid-19 [170]. Il documento delinea i piani per produrre rapporti settimanali che evidenzino eventuali segnali sulla sicurezza rilevati in una serie di diversi eventi avversi. Tuttavia, tali rapporti non sono mai stati resi pubblici [167]
".

Nessuna persona con un minimo di buonsenso mette in discussione l'utilità dei vaccini.
Però, è anche vero il fatto che questi vaccini contro il Covid abbiano delle ombre.
Per esempio, ci si deve chiedere come mai la FDA (Food and Drug Association) abbia deciso di tenere segreti i documenti inerenti al vaccino Pfizer per 55 anni.
Dato che si tratta di un trattamento sanitario al quale molti (me compreso) si sono sottoposti, sarebbe giusto e corretto che si sapessero le cose. 
La gente ha il diritto di sapere.
Lo hanno chiesto anche vari scienziati americani.
Ora, il vaccino AstraZeneca ha generato reazioni avverse.
Ricordo il caso di Camilla Canepa, la ragazza di Sestri Levante (in Provincia di Genova) che è morta dopo essersi fatta iniettare una dose del vaccino AstraZeneca.
I periti dei PM della Procura di Genova hanno parlato di correlazione con il vaccino.
Tuttavia, anche altri vaccini, come Pfizer e Moderna, possono dare luogo a problemi. 
Perché dire ciò, per certi benpensanti, equivale quasi a dire una bestemmia?
Siamo di fronte ad un atteggiamento politico di censura.
Dire qualcosa che non piace ad un certo mainstream è visto come "una delegittimazione della scienza".
Però, i casi di reazione avversa ci sono. 
Anche solo un caso di reazione avversa su 10 milioni di vaccinati deve avere il diritto di essere ascoltato.
Ciò deve essere fatto anche nell'interesse della scienza stessa, oltre che nell'interesse delle persone che si fanno fare quel trattamento sanitario. 
Per questo motivo, non si debbono negare i morti a causa del Covid ma non si debbono negare nemmeno coloro che hanno avuto danni a causa delle reazioni avverse ai vaccini.
Anche questa è scienza.



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