Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Matteo Milanesi che è intitolato "Quella ondata di conformismo per cui la società chiusa sarebbe l’unica possibile in pandemia".
Ne riporto questo stralcio:
Quando si sente in emergenza, il popolo italiano sente di avere bisogno dell'"uomo forte", il quale non è necessariamente il più capace.
Basta che abbia "ars oratoria", l'uomo forte che decide come un novello Giulio Cesare deve essere presente.
Per certi versi, l'italiano è come il russo.
In Russia, vi è Vladimir Putin.
Noi, oggi, abbiamo Mario Draghi che sembra quasi l'"unto dal Signore" e la cui politica non può essere messa in discussione.
In Russia, vi è Vladimir Putin.
Noi, oggi, abbiamo Mario Draghi che sembra quasi l'"unto dal Signore" e la cui politica non può essere messa in discussione.
Qui in Italia non vi è un concetto di leader capace e che ragiona in funzione della situazione ma c'è il concetto del leader che ha ars oratoria, a prescindere da come opera e dalle sue reali capacità riguardo ad una situazione.
Lo dico a malincuore ma mi sembra che il popolo italiano sia spesso estraneo all'Occidente.
Quando penso all'Occidente, penso agli americani o agli inglesi, gente che ha a cuore la propria libertà e che si fa rispettare da chi sta al potere.
Basti pensare al ricorso fatto da ventisei Stati americani contro la legge del presidente Joe Biden con la quale si voleva imporre l'obbligo di Green Pass sul lavoro.
Il ricorso è stato accolto.
Biden ha preso anche una batosta al Congresso, nonostante la maggioranza democratica e rischia una Caporetto alle elezioni di medio termine.
Invece, sembra che il popolo italiano accetti tutto da chi ha l'"ars oratoria".
Questa è l'anomalia italiana in Occidente.
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