Questa pagina de "La Verità" riporta un'intervista fatta da Stefano Borgonovo all'ex-sindaco di Venezia e filosofo Massimo Cacciari. Ringrazio l'amico Morris Sonnino che me l'ha segnalata.
Da sempre contro il Green Pass, il filosofo veneziano ha espresso alcune considerazioni molto interessanti.
Oramai, qui in Italia vi è una democrazia agonizzante.
Per esempio, chi esprime dubbi sui vaccini (per via della scarsa copertura nel tempo e della questione delle reazioni avverse) o sulla legittimità del Green Pass viene additato come "No Vax", come "untore" e quant'altro e vi sono un sistema politico ed una stampa che incoraggiano questa caccia alle streghe.
Siamo di fronte ad una criminalizzazione del dissenso.
Eppure, in altri Paesi (come Regno Unito ed USA) ci sono dibattiti su questioni pregnanti, come quella degli effetti avversi dei vaccini.
Invece, qui in Italia vi è quasi l'obbligo di tacere.
Sembra che dire qualcosa di negativo sul Green Pass o sul vaccino sia quasi un "sacrilegio".
Quanto sta accadendo è molto pericoloso.
In primis, sta creando una spaccatura tra le persone.
Oggi, l'odio serpeggia tra chi si è vaccinato e chi ha fatto una scelta diversa.
In secundis, vi è un clima di regime totalitario.
L'idea della persona come unità fondante di una comunità sta venendo meno e si sta affermando quella del peggiore collettivismo.
In poche parole, secondo questa logica, la comunità deve venire prima della persona e chi non pensa secondo il "dogma" della comunità deve essere isolato e privato dei diritti.
Il passo da una simile idea a quella dell'eliminazione fisica del dissenziente rischia di essere alquanto breve.
Questo deve spaventare chi crede nel diritto individuale e nell'idea della persona come unità fondante di una comunità.
Oramai, la questione non è più sanitaria ma è politica e culturale.
Perciò dico che Cacciari ha ragione.
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