La nostra società è impazzita. Sembra che il Covid abbia colpito anche le sinapsi del cervello di molti.
Infatti, vi sono dei medici che si dicono non disposti a curare i malati che non hanno ricevuto il vaccino contro il Covid.
Questa è una follia.
Un medico che si comporta così è un medico che non fa il suo dovere.
Anzi, non è un medico.
Infatti, il compito del medico è quello di curare le persone.
Un medico che cura le persone solo in base alle sue convinzioni non fa il suo dovere, un dovere che gli è imposto dal giuramento d'Ippocrate.
Il medico è tale se fa questo.
Allora, stando a questa logica, un uomo che si ubriaca, sale in auto, causa un incidente, uccide altre persone e si fa del male non dovrebbe essere curata?
Infatti, quei medici che non vogliono curare i malati Covid non vaccinati lo fanno affermando: "Se la sono cercata".
Stando a questa logica, anche un alcolista che causa un incidente mentre è al volante e si fa male non dovrebbe essere curato.
Non dovrebbero essere curate neppure le persone obese che soffrono di disturbi alimentari.
Basti guardare la trasmissione televisiva "Vite al Limite", con il famoso dottor Younan Nowzaradan per vedere questi ultimi casi.
Allora, secondo la logica di questi "soloni" , il dottor Nowzaradan o il dottor Cristiano Giardiello (che opera a Caserta) sarebbero due pazzi?
Essi cercano di aiutare coloro che sono in sovrappeso a salvare le proprie vite.
Purtroppo, i sostenitori dell'obbligo vaccinale senza e senza ma non lo vogliono capire.
Essi affermano che "chi si vaccina salvi molte vite" (quando in realtà anche un vaccinato può infettarsi e contagiare altri) e che "chi non si vaccina rovini le vite degli altri" e che "siano un costo per la collettività".
Ora, faccio notare che anche la vita di chi vive in casa con una persona obesa è fortemente condizionata.
Inoltre, molte di loro non sono neppure abbienti e le cure debbono essere messe in carico sul Servizio Sanitario Nazionale.
Dunque, di cosa si parla?
Da liberale convinto, aborro l'idea collettivista della società.
Infatti, ricordo che una persona capace di stare al mondo può vivere anche senza la comunità.
Invece, una comunità non può esistere se mancano le singole persone.
Ogni persona esprime le sue idee, finché non fa male ad altri.
Ora, tenendo conto del fatto che il vaccino non elimini del tutto il rischio di contagio, che male può fare un non vaccinato che rispetta ogni regola della profilassi?
Ricordo che tanti non vaccinati non si sono ammalati perché hanno rispettato la profilassi.
Al contrario, il Governo non ha ancora aggiornato il protocollo inerente alle cure domiciliari.
Ricordo che il protocollo vigente prevede la "Tachipirina e vigile attesa".
Se lo scorso anno si fosse implementato subito un nuovo protocollo per le cure domiciliari, con gli antinfiammatori non steroidei e l'idrossiclorochina, tante persone si sarebbero potute salvare.
Oltretutto, vi è chi accusa di "fascismo" coloro che non si vaccinano e coloro che non vogliono l'obbligo vaccinale, a prescindere dal fatto che questi ultimi siano vaccinati o meno.
Premetto, io non voglio l'obbligo vaccinale e non ho nessuna simpatia per il fascismo.
Chi mi conosce lo sa.
Oramai, la questione è ideologica e politica e non più sanitaria.
Lo scontro è tra liberali e statalisti.
Io sto con i primi.
Io penso che il Covid abbia tirato fuori la parte peggiore di molti di noi.
La nostra società sta andando incontro ad una vera disgregazione e a fare ciò non siamo noi liberali, che veniamo additati come "egoisti ed individualisti", ma coloro che dicono di "agire per il bene comune".
Forse, la dottoressa in questione, come altri che la pensano come lei, ha dimenticato il giuramento d'Ippocrate.
Vorrà dire che sarò io a rinfrescare la memoria di tutti, citandone il testo che recita:
"Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo,
giuro:
. di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;
. di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica
dell'Uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno
scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
. di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;
. di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto
della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
. di prestare la mia opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e coscienza e
osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che
non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione;
.di affidare la mia reputazione esclusivamente alla mia capacità professionale e alle mie doti
morali;
. di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano
ledere il prestigio e la dignità della categoria;
. di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
. di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che
essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione
sociale e ideologia politica;
. di prestare assistenza d'urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di
pubblica calamità, a disposizione dell'Autorità competente;
. di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico, tenuto
conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco
rispetto;
. di astenermi dall' "accanimento" diagnostico e terapeutico;
. di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito
nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato".
A questo punto, penso che l'Ordine dei Medici farebbe bene ad intervenire.
Quello che fanno questi medici è deontologicamente sbagliato e rischia di giustificare l'atteggiamento di chi non si fida dei dottori.
Con queste uscite, questi medici fanno un danno alla categoria.
Trovo che sia assurdo anche il fatto che i giornali diano spazio a loro.
Perché, per esempio, non si parla di medici come il dottor Luigi Cavanna, il quale ha curato i malati Covid, a casa loro e con cure domiciliari.
Medici come il dottor Cavanna meritano un grande rispetto.
Anzi, dovrebbero essere insigniti della più alta onorificenza.
Ricordo anche un grande santo medico, tal San Giuseppe Moscati.
Egli curava i pazienti con abnegazione.
Il medico è tenuto a curare tutti, a prescindere dal sesso, dalla razza, dalla religione e dalle opinioni politiche dei pazienti che capitano a loro.
Per esempio, io sono di destra, di Fratelli d'Italia.
Se il mio medico fosse comunista mi dovrebbe curare a prescindere dalle mie idee politiche.
Se facesse il contrario, io lo ricuserei con ragione.
Tra paziente e medico ci deve essere un rapporto di fiducia.
Quando questo rapporto viene meno sono dolori.
Oramai, sembra che la nostra società stia andando a rotoli.
Chi dovrebbe curare i malati si arroga il diritto di rilasciare certe dichiarazioni che vanno contro la missione che il mestiere richiede di implementare.
Questo è vergognoso.
La dottoressa Maffeis non vuole più curare i non vaccinati?
Bene, può lasciare il posto ad un'altra persona con buona volontà ed andare a fare un altro mestiere.
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