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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 4 luglio 2018

Decreto di non dignità

Condivido queste parole scritte sulla sua pagina Facebook dall'onorevole Raffaele Fitto (Noi con l'Italia) sul famoso "Decreto Dignità" che il governo vuole varare:
"Neppure il governo precedente sulle politiche del Lavoro ha sbandato così a sinistra! Nel Decreto Dignità - che si badi entra in vigore da domani - vengono accolti gli emendanti della Cgil che nel 2016 erano stati respinti. Una dignità che fa più rima con precarietà anzi con lavoro nero, perché gli imprenditori vengono imbrigliati in tanti lacci e lacciuoli che preferiranno non assumere e non riconfermare più i lavoratori.


La precarietà si combatte aiutando e sostenendo chi produce lavoro, facendo in modo che stabilità si traduca in più opportunità lavorative
".


Sono perfettamente d'accordo con queste parole.
Questo "Decreto Dignità" di cui il ministro del Lavoro Luigi Di Maio va tanto fiero, rischia solo di mandare in fumo posti di lavoro.
Addirittura, l'Unione degli Artigiani di Milano ha fatto sapere che stando così le cose non saranno rinnovati i contratti a termine.
Ora, questo "Decreto Dignità" è punitivo nei confronti delle aziende.
Penso alle aziende che delocalizzano.
Le aziende che vanno ad operare all'estero fanno ciò perché qui in Italia non ci sono le condizioni favorevoli all'impresa, con un fisco esoso, una giustizia che non funziona, la burocrazia elefantiaca e la mancanza di infrastrutture.
Forse, non sarebbe il caso di tagliare la spesa pubblica, di tagliare le tasse, di mandare a casa qualche burocrate e di riformare la giustizia?
Non sarebbe il caso di fare anche nuove infrastrutture?
Non sarebbe il caso di abolire una legge assurda, la "Legge Mosca" del 1974, che dà privilegi fiscali alle cooperative?
Questo "Decreto Dignità" non va in questa direzione.
Anzi, rischia solo di fare scappare gli imprenditori.
Se fossi un imprenditore, di fronte a questo decreto apertamente illiberale, io chiuderei la mia azienda qui in Italia, venderei tutto e me ne andrei all'estero.
Penso che tanti stiano pensando la stessa cosa.



1 commento:

  1. E' stato calcolato che non meno di 130mila posti di lavoro andranno persi: pare che questo decreto sia stato copiato da quanto scritto dalla CGIL

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.