Serve una riforma della giustizia

A Roma è scoppiato uno scandalo della giustizia.
Per processi pilotati e corruzione in atti giudiziari, sono finite in manette quindici persone.
Come riporta "Il Giornale", risultano essere stati  coinvolti imprenditori e magistrati. Sono finiti in carcere l'avvocato Piero Amara e l'imprenditore Fabrizio Centofanti. Domiciliari per l'imprenditore Ezio Bigotti, già coinvolto nel caso Consip, e Giancarlo Longo, 49 anni, magistrato ordinario, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, ad oggi destinato ad altre funzioni in altra sede.
Risulta indagato anche Virgilio Riccardo, presidente emerito del Consiglio di Stato, oggi in pensione.
Oramai, è assodato che la giustizia debba essere riformata.
La riforma proposta dal centrodestra è corretta.
Pensiamo al fatto che una persona giudicata come innocente nella sentenza di I grado rischi poi di dovere affrontare i ricorsi fatti dal pubblico ministero.
Inoltre, serve una separazione delle carriere tra il magistrato che fa la parte dell'accusa, il pubblico ministero, e quello che giudica.
Questo potere corporativistico rappresentato da certi magistrati deve essere riformato.