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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 2 dicembre 2016

Le bugie sulla "riforma"

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo de "Il Giornale"  che è intitolato "Ecco i numeri che dimostrano le bugie sul referendum".
Vi riporto questo stralcio del suddetto:

"Non è vero che la diminuzione del numero dei senatori porterà a un risparmio per le casse dello Stato, anzi: il costo medio di ogni senatore passerà da 869 mila euro a 2,35 milioni di euro.

Il sito Truenumbers.it curato dal giornalista di Panorama Marco Cobianchi ha verificato, una a una, tutte le promesse fatte dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dai promotori del Sì al referendum confermativo sulla riforma della Costituzione firmata dal ministro Maria Elena Boschi. Ed ecco che rispetto ai risparmi per lo Stato e alla lotta alla Casta e allo snellimento delle procedure legislative, la freddezza dei numeri smonta le bufale propagate dal Sì una ad una. Ne abbiamo scelte cinque: il costo del Senato, appunto, l'iter delle leggi e il voto di fiducia e il costo del Cnel, che per il Csm è già stato abolito tanto che l'organismo di autogoverno della magistratura ha messo da parte 21 milioni per trasferirsi da Palazzo de' Marescialli nella sede di Palazzo Lubin. Con una curiosità: secondo il sito gli italiani che hanno cercato su Google lo scorso ottobre la parola referendum per informarsi rispetto alla riforma sono meno di 25 mila.
L'abolizione del Cnel

Tra i 47 articoli che la riforma costituzionale intende modificare c'è anche quello riguardante il Cnel, che verrebbe abolito. Se passasse la riforma nello splendido Palazzo Lubin, sede del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, si trasferirebbe il Csm, il Consiglio superiore della magistratura che, a quanto pare, è sicurissima che la riforma otterrà il via libera degli italiani. Il grafico, infatti, mostra alcune delle maggiori spese previste dal Csm per l'anno in corso tra le quali spicca una uscita-monstre di oltre 21 milioni per pagare i costi del trasloco da Palazzo dei Marescialli a palazzo Lubin. Come vengono trovati questi soldi? Il Csm ha tagliato molte delle spese del suo bilancio colpendo soprattutto la spesa per il personale, calata del 7%: gli stipendi dei magistrati non sono stati toccati mentre sono stati colpiti quelli del «personale non di ruolo in servizio al Csm».



Meno senatori costeranno di più


La riforma costituzionale intende ridurre il numero dei senatori da 321 (compresi quelli a vita) a soli 100. Ma a quanto ammonterebbero i risparmi veri? Come si vede dal grafico si risparmierebbero 24,5 milioni per gli stipendi e 19,4 per diarie e rimborsi per un totale di 43,9 milioni di euro, lo 0,125% della spesa pubblica italiana. Ma c'è un aspetto, quello pensionistico, che non è stato mai preso in considerazione: di questi 315, almeno 150 avranno 60 anni e circa 90 di questi 150 saranno al termine di due legislature, quindi avranno il diritto alla pensione. Se ipotizziamo una spesa di 50mila euro per pensionato, abbiamo la cifra di 4,5 milioni di euro di esborso aggiuntivo. Ma c'è anche una piccola beffa: se il numero di senatori calerà del 69%, da 321 a 100, la spesa totale per il Senato scenderà solo del 16%, da 279 a 235 milioni. Vuol dire che pro-capite i senatori costeranno di più: da 869 mila euro si passerà a 2,35 milioni
.".

Avete capito?
Ora, però, vi voglio portare all'attenzione anche un'altra cosa: il premier Matteo Renzi dice che questa "riforma" è contro la "casta" dei politici di professione.
Egli lo dice sempre.
Peccato, che anche Renzi stesso sia parte di quella "casta".
Dal 2004 al 2009, Renzi è stato presidente della Provincia di Firenze.
Dal 2009 al 2014, egli è stato sindaco di Firenze.
Dal 2014 ad oggi, egli è premier, senza nemmeno avere avuto una legittimazione con il voto.
Suo padre, Tiziano, è stato consigliere comunale della Democrazia Cristiana a Rignano sull'Arno.
Renzi è uno che ha mangiato "pane e politica" fin da giovane.
Prima di fare il presidente della Provincia, egli ha fatto anche il portaborse di Lapo Pistelli, parlamentare e noto esponente di quel mondo democristiano toscano che è oggi parte del Partito Democratico.
Non è certo uno che ha la benché minima idea di cosa significhi alzarsi ogni mattina, andare a lavorare (magari con un lavoro di fatica) o aprire la propria azienda per lavorare e fare lavorare i dipendenti.
Fa abbastanza ridere che uno come Renzi dica di volere "cacciare via la casta dei politici di professione", quando lui stesso ne fa parte.
Cordiali saluti. 



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.