Fabrizia Di Lorenzo è morta.
La conferma arriva dalla Germania.
L'amico e socio Morris Sonnino ha pubblicato questa foto e l'ha commentata così:
"Andare via dall'Italia per non morire. Morire all'estero per la follia del genere umano. Che la terra ti sia lieve".
Che Dio accolga l'anima di questa giovane che era emigrata in Germania per cercare un futuro migliore e che invece ha trovato la morte.
Non vorrei fare delle polemiche ma dico che questa morte deve stare sulla coscienza di chi qui in Italia ha permesso l'immigrazione clandestina senza controllo.
L'attentatore tunisino era venuto qui in Italia come "profugo".
La persona in questione era nota alle autorità tunisine come persona pericolosa.
Perché l'Italia non ha rimandato il personaggio in patria a scontare la pena?
Cordiali saluti.
Non crede che questa ragazza è morta soprattutto a causa dei paesi musulmani integralisti nostri alleati che finanziano l'isis e a cui noi forniamo armi e affari in nome del dogma mercantilistico?
RispondiEliminaAnziché parlare sterilmente di una inesistente guerra di civiltà sarebbe il caso di inquadrare precisamente il problema. Altrimenti si fa il loro gioco...sulla pelle della povera Fabrizia.
Nel 2015 a Göteborg, città in cui è forte il reclutamento jihādista, case e negozi dei cristiani assiri sono state marchiate con la "N" di Nazareno, nello stile dell'Isis, e imbrattate con frasi di minaccia quali "convertitevi o morirete".
RispondiEliminaIn Turchia, il 5 febbraio 2006 viene assassinato nella città di Trebisonda don Andrea Santoro; il 16 dicembre 2007, padre Adriano Franchini, cappuccino italiano da 27 anni in Turchia, viene accoltellato a Smirne da un diciannovenne; il 3 giugno 2010 monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, viene assassinato nella sua abitazione ad Iskenderun (la greca Alessandretta) dal suo autista, il ventisettenne Murat Altun. Il 25 dicembre 2010 la messa di Natale celebrata nei villaggi di Rizokarpaso e Ayia Triada per i trecento cristiani residenti nel Cipro settentrionale viene interrotta con l'uso della forza dalle autorità locali. Il Parlamento europeo ha condannato l'episodio; non è seguito alcun altro provvedimento.
In Sudan, il conflitto tra nord del paese prevalentemente arabo ed un sud cristiano e animista ha alimentato da una guerra civile che è durata più di 40 anni e costituisce una delle più gravi situazioni umanitarie esistenti e ha portato all'indipendenza del Sud Sudan il 9 luglio 2011. Tuttavia questo ha lasciato i cristiani del nord, oltre 1 milione, in una situazione molto precaria. L'8 giugno 2011 uno studente del Seminario di San Paolo è ucciso di fronte alle porte della Missione ONU a Kadugli's al Shaeer. Il 18 luglio, estremisti islamici attaccano la casa del vescovo anglicano Andudu Adam Elnail, al momento fortunatamente assente, con l'intenzione di ucciderlo. Gli attaccanti lasciano una lettera minatoria. Il 5 agosto cristiani che lavoravano alla costruzione della Chiesa Sudanese di Cristo vicino Khartoum sono aggrediti e gli viene intimato che "il Cristianesimo non è più una religione accettata nel paese"
Io faccio non faccio il gioco di nessuno sulla pelle di nessuno.