Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

sabato 24 dicembre 2016

Cantu pì lu Signuruzzu cà nascìu/ Canto per il Signore che nacque

Cà 'n terra chiantau...da 'nu bastuni...accussì 'n dies stissu...
Giuseppi...d'Arimatea apostulu et sanctus veru...
cun li spini 'nu ciuri nascìu...unni ancu 'nu re 'n riposu vinni...

quannu a lu munnu accussì scinnìu...
lu Signuruzzu...cà si fici comu nuautri piccatura...
comu 'n nasciri...accussì 'n muriri...
pì spiranza purtari 'ntra tutti li dulura.

Italiano:

Che in terra piantò...da un bastone...così nel dì stesso...
Giuseppe...d'Arimatea apostolo e santo vero...
con le spine un fiore nacque...
ove anche un re in riposo venne...
quando al mondo così calò...
il Signore...che si fece come noi peccatori...
come in nascere...così in morire...
per speranza portare tra tutti i dolori.

Questa mia poesia (scritta in maccheronico-siciliano, anche se in questo caso prevale di più il siciliano) parla della nascita di Gesù Cristo.
Essa, però, si rifà anche alla leggenda secondo cui, arrivato nell'attuale Gran Bretagna con il Santo Graal, San Giuseppe d'Arimatea avrebbe piantato il suo bastone nel terreno dell'attuale Glastonbury (Somerset) e che da quel bastone sarebbe nato un biancospino, che oggi (purtroppo) dei vandali con sentimenti anti-monarchici, hanno abbattuto.
Infatti, era d'uso che la regina Elisabetta II facesse decorare i centrotavola della sua mensa con i fiori di questa varietà questo biancospino che cresce solo il quella zona.
Del resto, a Glastonbury, secondo la leggenda del ciclo bretone, sarebbe stato sepolto re Artù.
A Glastonbury vi era un'importante abbazia che fu distrutta per ordine di re Enrico VIII nel 1539.
Ora, il mito del bastone che diventò una pianta, nella poesia, rappresenta un cosa impossibile, come fu umanamente impossibile che una vergine generasse un figlio.
Quel figlio non fu nientepopodimeno che il Figlio di Dio, quel Dio che si fece come noi per farci come Lui e liberarci dal peccato.
La foto qui sopra mostra ciò.
Essa è la cartolina che l'amica e socia Stephanie Caracciolo mi ha mandato dall'Uruguay.
La ringrazio dell'amicizia e auguro buon Natale a lei, alla sua famiglia e a tutti gli italiani nel mondo.
Cordiali saluti.




2 commenti:

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.