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lunedì 26 dicembre 2016

Quella lettera tra re Enrico VIII ed Anna Bolena da cui partì una storia

Cari amici ed amiche,

in tempo natalizio, si parla di storia inglese.
L'amico Aurelio (che ringrazio) mi ha portato all'attenzione un articolo de "La Repubblica" che è intitolato ""Voglio baciare i tuoi seni", il Vaticano oscura la lettera di re Enrico VIII ad Anna Bolena".
L'emittente britannica BBC ha consultato gli archivi vaticani per fare un documentario sullo Scisma anglicano, lo scisma che portò la Chiesa d'Inghilterra a staccarsi da Roma nel 1534.
Il Vaticano ha autorizzato la BBC a filmare tutta la documentazione sul negoziato con cui il re Enrico VIII Tudor (1491-1547) volle avere l'annullamento del primo matrimonio con Caterina d'Aragona (1485-1536), per potersi risposare con Anna Bolena (1501/1507-1536).
Sappiamo tutti come finì: il matrimonio non fu annullato dal Papa, nel 1533 il re si fece annullare il matrimonio dall'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (1489-1556), il Papa Clemente VII (1478-1534) scomunicò il re ed il re staccò la Chiesa inglese da Roma.
Come ho scritto prima, il Vaticano ha autorizzato di filmare la documentazione, tranne una lettera.
Questa lettera fu scritta da re Enrico VIII in persona ad Anna Bolena e in essa egli scrisse di volere tra i "pritty duckys" di lei.
Ergo, voleva baciarle il seni.
Forse, il Vaticano ha fatto ciò per cercare di mantenere un po' di decoro.
Certamente, re Enrico VIII ebbe una forte passione per Anna Bolena e questa passione lo portò a fare quello che fece, lo Scisma anglicano, una grande ferita della cristianità, che ancora oggi sanguina.
Certo, in seguito il monarca definì questa passione un atto stregonesco e per questo mandò la sua seconda moglie al patibolo, poco dopo la morte della prima moglie Caterina, che era malata di tumore e che era stata mandata nel castello di Kimbolton.
In realtà, Enrico mandò al patibolo Anna perché non gli diede ciò che cercava: il figlio maschio.
Poco dopo la morte delle due donne (Caterina per malattia e Anna per condanna a morte), Enrico si sposò con Jane Seymour (1508-1537), che nel 1537 morì di parto nel dare alla luce il futuro re Edoardo VI (che morì nel 1553).
Dopo la morte di Jane Seymour, il re andò in depressione per un certo periodo, per sposare Anna di Cleves (1515-1557), la moglie protestante che fu trovata dal Cancelliere dello Scacchiere, il conte di Essex Thomas Cromwell (1485-1540).
Filo-luterano, Cromwell, volle portare l'Inghilterra verso il protestantesimo e a schierarsi contro l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V d'Asburgo (1500-1558) con questo matrimonio, essendo Anna figlia di Guglielmo, duca di Jülich-Cleves-Berg (1516-1592), un duca tedesco luterano.
Questo matrimonio durò poco. Esso fu celebrato il 6 gennaio 1540 e fu annullato per il senso di ribrezzo provato da Enrico il 9 giugno dello stesso anno.
Nello stesso anno, anche Cromwell fu decapitato perché accusato di tradimento.
Con la morte di Cromwell, i conservatori cattolici presero potere e spinsero per il matrimonio tra il re e Caterina Howard (1523-1542), figlia del duca di Norforlk Thomas Howard (1473-1554).
Il matrimonio fu celebrato il 28 luglio 1540.
Caterina, da parte sua, se pure non ardeva d'amore per quell'uomo di quasi cinquant'anni, enorme, obeso, con le gambe devastate dalle piaghe  e tofi (probabili conseguenze della gotta e del diabete) e non più in salute, sicuramente ne provava rispetto, gratitudine e reverenziale timore, tanto che il motto che aveva scelto da apporre al simbolo della rosa coronata era "No other will but his", ovvero "Nessun altro desiderio che quello di lui".
Purtroppo, il matrimonio finì presto.
Ella si invaghì di un giovane cortigiano: Thomas Culpeper (1514-1541), che era imparentato con gli Howard.
I due furono amanti.
Il re venne a sapere di questa relazione.
Thomas Culpeper fu decapitato il 10 dicembre 1541.
La stessa sorte toccò a Caterina, che fu decapitata il 13 febbraio 1542, dopo essere stata rinchiusa nell'ex-abbazia di Syon e privata del titolo di regina.
L'ultimo matrimonio del re fu con Caterina Parr (1512-1548).
Con la fine del matrimonio con Caterina Howard, il partito della Riforma divenne predominante.
La stessa Caterina Parr era filo-protestante.
Ella fece riconciliare il re con le figlie Maria (nata dal primo matrimonio, 1516-1558) ed Elisabetta (nata dal secondo matrimonio, 1533-1603).
Fu più una badante che una vera e propria moglie.
Ella sopravvisse al re, che morì il 28 gennaio 1547.
La morte di lei avvenne il 5 settembre 1548.
Questa storia partì da quella lettera, che forse traccia ancora oggi il profilo psicologico di re Enrico VIII, un uomo che si sposò per ben sei volte ma che non ebbe molte relazioni extraconiugali e che (forse) al di là della baldanza apparente era molto insicuro.
Il suo carattere peggiorò con la sua malattia.
Era malato di gotta (a causa dell'alimentazione non certo sana perché il re mangiava molta carne e beveva tanto) ed era diventato impotente.
Inoltre, a causa di un incidente a cavallo, egli ebbe problemi ad una gamba, con una ferita ulcerata.
Egli potrebbe anche essere stato intossicato con il mercurio, elemento chimico presente in certi intrugli "medicamentosi" che venivano confezionati dagli alchimisti.
Il mercurio si lega ai gruppi -SH degli enzimi e li inattiva. Esso crea turbe mentali.
Questa situazione determinò la storia di una nazione.
Cordiali saluti. 




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.