leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Immigrazione, l'elogio delle frontiere".
Il “villaggio globale” crollerà su sé stesso a fronte di un principio indistruttibile, quello di realtà. Il senza-frontierismo tanto celebrato da avidi liberisti di estrazione progressista (che nulla hanno a che fare con il sano capitalismo) ed ingenui terzomondisti ha le ore contate.
Questo è vero.
Questo fenomeno migratorio così veemente (che preferisco chiamare con il suo nome, ossia invasione) sta mostrando tutte le crepe di questa Unione Europea che si è proposta come grande "villaggio globale".
L'Unione Europea di oggi è solo un grosso bancomat, in cui i contribuenti degli Stati che la compongono versano dei soldi, il più delle volte senza riceverne.
Inoltre, i suoi burocrati fanno regole cervellotiche.
Per il resto, essa è assente.
Gli Stati si debbono pure arrangiare di fronte a questa ondata di immigrati clandestini.
Solo l'Italia ha scelto di fare entrare tutti, con le conseguenze tragiche che si vedono.
Basti pensare ai costi sociali che comporta l'immigrazione clandestina.
L'ISIS, che spinge le masse di persone verso di noi, rischia davvero di riuscire a centrale l'obiettivo che si è posto: destabilizzare l'Europa spingendo tanta gente verso di essa.
Noi ci rendiamo contro di ciò?
Se ce ne rendessimo conto noi reagiremmo.
Cordiali saluti.
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