durante l'omelia della messa celebrata questo pomeriggio presso l'Istituto Geriatrico "Antonio Nuvolari di Roncoferraro (Mantova), padre Alberto Bertozzi, il parroco, ha raccontato un episodio in cui, durante un incontro, lui aveva usato un certo linguaggio che possiamo definire un po' sopra le righe.
Padre Alberto aveva proseguito dicendo che dei ragazzi che non frequentano la chiesa lo avevano ripreso perché il fatto che egli sia un prete gli dà delle maggiori responsabili e che questa cosa lo aveva colpito molto.
In quella messa ho colto l'occasione di fare benedire la medaglietta di San Gabriele dell'Addolorata che mi è stata mandata dall'amica Francesca Romana, che ringrazio.
Ora, io prendo spunto da questa citazione di padre Alberto (che, sia chiaro, non è il protagonista di questo articolo) per fare una mia riflessione.
Effettivamente, le parole possono essere come pietre.
La parola ha un potere enorme.
Una parola buona può aiutare le persone.
Una parola cattiva può fare molto male.
Lo so bene io (che con il blog faccio comunicazione) come lo sa bene tanta gente.
Certamente, uno che fa il sacerdote ha una responsabilità enorme.
A questo punto mi vengono in mente certi preti come padre Giorgio De Capitani, del quale vi è un video (che ho preso da Youtube) qui sopra.
Questo "prete" (uso le virgolette, visto il suo linguaggio sguaiato che di sicuro non fa di lui un esempio da seguire) fa un grosso danno alla Chiesa ogni volta che parla.
Per esempio, invito a leggere sul suo sito un articolo intitolato "Basta con queste ridicole parate", con cui il presule aveva attaccato una processione.
Per voi, questo personaggio sarebbe un esempio di prete?
Per (e non solo per me) questo personaggio non può essere considerato un prete.
Egli fa dei comizi politici, che tra l'altro sono anche molto beceri.
Basti pensare al fatto che egli abbia augurato un ictus al presidente Berlusconi.
Che dire poi di quei preti che si mettono a cantare "Bella ciao" in chiesa.
Qui sotto abbiamo il video (preso da sempre da Youtube) in cui vi è famoso "prete comunista" don Andrea Gallo (1928-2013) che alla fine della messa si mette a cantare "Bella ciao", una canzone che con le cose di Dio non c'entra nulla.
Io sono allibito anche da quei preti che scrivono sui social network frasi che sembrano più tipiche di politici di sinistra (quando, per esempio, aprono all'immigrazione senza porre alcuna condizione) e che anziché unire il popolo cristiano lo dividono.
Forse, noi fedeli ci dovremmo scandalizzare più di cose come queste che non di qualche parolaccia.
Certo, le parolacce non vanno dette ma io penso che sia assai più grave (per esempio) trasformare l'ambone di una chiesa in un palco da cui fare un comizio politico o maledire ogni santo giorno chi non la pensa secondo il proprio pensiero, cosa che per esempio fa padre De Capitani.
Questo diventa motivo di scandalo per molti di noi fedeli.
Anche ciò, per esempio, è motivo di disaffezione verso la Chiesa e provoca un calo della frequenza della messa.
Certi preti dovrebbero imparare ad esercitare bene il loro ministero (che è la cura delle anime) e non fare gli agitatori politici.
Cordiali saluti.
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