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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 30 settembre 2015

Stati Uniti d'America, eseguita la condanna a morte di Kelly Renne Gissendaner.

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Aveva ammazzato il marito. Ma l'appello di papa Francesco non ferma il boia della Georgia".
Nello Stato americano della Georgia, il boia non si è fermato neppure di fronte all'appello del Papa.
Con un'iniezione letale, è stata eseguita la condanna a morte di Kelly Renne Gissendaner.
Kelly Renne Gissendaner, prima donna condannata a morte nello stato di Georgia negli ultimi settant'anni e la sedicesima uccisa con pena capitale negli Stati Uniti dal 1976, era accusata di aver progettato nel 1997 l'omicidio del marito, che fu assassinato dall'amante, condannato all'ergastolo. L'uomo sarà liberato tra otto anni, dopo aver testimoniato contro di lei.
Ora, io penso che la pena di morte di non sia di per sé sinonimo di giustizia.
Basta, per esempio, che ci sia una condanna ingiusta (per un errore giudiziario) e l'ingiustizia è fatta.
Si ammazza una persona che si scopre innocente.
Sia chiaro, non è il caso in questione.
La signora Gissendaner non era innocente e in quanto colpevole doveva essere condannata.
Tuttavia, sarebbe bastato metterla in carcere (duro) per sempre.
Il carcere duro a vita può essere peggio della morte. 
Cordiali saluti. 
.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.