Vi sono due possibili origini della carota: in Estremo Oriente o nell’area del Mediterraneo. Essa deriva da una specie spontanea, addomesticata in Afghanistan, circa 5000 anni fa. Pur essendo conosciuta dai Greci e dai Romani, si diffuse lentamente. Finalmente, nel periodo del Rinascimento iniziò a essere apprezzata, ma quando, alla fine del XVII secolo, comparve la dolce e croccante carota arancione, entrò in tutte le case. La carota non è sempre stata arancione.
Un tempo ne esistevano di bianche, viola, rosse, gialle e perfino nere. Fu in omaggio alla Casa d’Orange-Nassau che gli Olandesi, da un seme africano, con un lento lavoro, selezionarono la carota di colore arancione. Anticamente, la carota era utilizzata solo come cibo per il bestiame. Gli Arabi ne riconobbero le varie proprietà benefiche, come mantenere fresco l’alito e sana la bocca di chi le mangiava, e così la elessero come simbolo di bontà. La carota possiede poche calorie e molte virtù: il beta-carotene, che è fonte di vitamina A; inoltre, produce ottimi effetti sulla pelle, mantenendola morbida; produce buoni effetti anche sulla vista; possiede una funzione protettiva delle mucose della bocca, del naso, della gola e dei polmoni, proteggendo dalle infezioni; è ricca di vitamine, sali minerali e fibre; è un ottimo gastro-protettore; grazie alle proprietà antiossidanti, svolge un’azione protettiva per le arterie e fortifica il sistema immunitario. Infatti, contiene un composto avente azione anticancerogena, il “falcarinolo“. La carota può essere consumata cotta, perché il betacarotene sopporta il calore e non si distrugge. Anzi una breve cottura favorisce l’assimilazione, in quanto, i tessuti vegetali divenendo più morbidi, sono più facilmente assimilabili. L’assunzione ideale è certamente il succo di carota fresca, anche mescolato al latte per potenziarne le proprietà depurative. Per assimilare meglio il betacarotene è bene condire la carota con qualcosa di grasso, come olio o burro. Il grasso aumenta la capacità del nostro organismo di assimilare il carotene. Un grappolo di carote arancioni ornate da un ciuffo verde scuro, come le vediamo sul banco dell’ortolano, sono una vera ricchezza per l’uomo.
Un tempo ne esistevano di bianche, viola, rosse, gialle e perfino nere. Fu in omaggio alla Casa d’Orange-Nassau che gli Olandesi, da un seme africano, con un lento lavoro, selezionarono la carota di colore arancione. Anticamente, la carota era utilizzata solo come cibo per il bestiame. Gli Arabi ne riconobbero le varie proprietà benefiche, come mantenere fresco l’alito e sana la bocca di chi le mangiava, e così la elessero come simbolo di bontà. La carota possiede poche calorie e molte virtù: il beta-carotene, che è fonte di vitamina A; inoltre, produce ottimi effetti sulla pelle, mantenendola morbida; produce buoni effetti anche sulla vista; possiede una funzione protettiva delle mucose della bocca, del naso, della gola e dei polmoni, proteggendo dalle infezioni; è ricca di vitamine, sali minerali e fibre; è un ottimo gastro-protettore; grazie alle proprietà antiossidanti, svolge un’azione protettiva per le arterie e fortifica il sistema immunitario. Infatti, contiene un composto avente azione anticancerogena, il “falcarinolo“. La carota può essere consumata cotta, perché il betacarotene sopporta il calore e non si distrugge. Anzi una breve cottura favorisce l’assimilazione, in quanto, i tessuti vegetali divenendo più morbidi, sono più facilmente assimilabili. L’assunzione ideale è certamente il succo di carota fresca, anche mescolato al latte per potenziarne le proprietà depurative. Per assimilare meglio il betacarotene è bene condire la carota con qualcosa di grasso, come olio o burro. Il grasso aumenta la capacità del nostro organismo di assimilare il carotene. Un grappolo di carote arancioni ornate da un ciuffo verde scuro, come le vediamo sul banco dell’ortolano, sono una vera ricchezza per l’uomo.
Nessun commento:
Posta un commento