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mercoledì 20 maggio 2015

Cattolici fuori dalla politica

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo che è stato scritto da Robi Ronza sul sito "La Nuova Bussola Quotidiana" e che è intitolato "Cattolici: meglio liberi e sani, fuori dai Palazzi".
L'articolo inizia in questo modo:

"“Sono ormai fuori dalla politica": con queste parole, pronunciate recentemente a Saronno (Varese) nel corso di un'iniziativa a sostegno della candidatura di Pierluigi Gilli di Forza Italia a sindaco della città, Silvio Berlusconi ha lanciato un sasso nella piccionaia della politica italiana. "Sono soltanto qualcuno con un grande senso di responsabilità (…) nei confronti del mio Paese e dei tanti italiani che mi hanno sempre dato fiducia'', pare abbia poi aggiunto in modo obiettivamente civettuolo.

Difficile che ciò sia vero, e non a caso Matteo Renzi, uomo di un’astuzia non comune, si è subito affrettato a dire ai suoi che credergli troppo sarebbe un pericoloso errore. Fatto sta che in ogni caso il Berlusconi di oggi non è più quello che a suo tempo raccolse un consenso straordinariamente ampio e poi lo sprecò non facendo affatto la “rivoluzione liberale” che aveva promesso. Non lo è più, e non può più tornare ad esserlo; tanto ha deluso le aspettative che non lo potrebbe nemmeno se avesse trent’anni di meno, e per di più ha l’età che ha. Attorno a lui tuttavia c’è il vuoto. Del carisma politico si può dire ciò che il Manzoni nel delineare il ritratto di Don Abbondio scriveva a proposito del coraggio: che cioè se uno non ce l’ha non se lo può inventare. In quanto a carisma politico l’ambiente di Forza Italia è un deserto senza vita. E nei suoi dintorni non si trova nulla che possa essere di qualche conforto. In tanto vuoto, malgrado il declino Berlusconi resta il punto di riferimento più visibile e vivace: perciò con tanto seguito quanto ne basta per impedire all’area di centro-destra di trovare un nuovo centro di gravitazione.

Né il quadro complessivo della situazione politica, che va anche ben oltre i confini nazionali, induce a sperare in qualche inattesa novità. Ovunque nell’Unione Europea si registra una notevolissima disaffezione per la politica. Da un appuntamento elettorale all’altro cresce il numero di coloro che si astengono dal votare: un’astensione che in diversi casi, tra cui l’Italia, ha raggiunto dei livelli impressionanti. In Francia e in Spagna nel mondo della politologia già si parla e si scrive apertamente di crisi della democrazia; e comincia a fare la propria comparsa il neologismo “post-democrazia” per definire, in attesa di una definizione più propria, il frangente storico in cui viviamo. Emergono inoltre sconfortanti somiglianze con la situazione dell’Occidente, allora romano, nell’epoca del Tardo Antico. Per molti aspetti l’attualità della vita pubblica occidentale assomiglia più a quella del V secolo che a quella degli anni ’60-’90 del secolo scorso. L’attualità, e l’immagine più o meno stereotipata che i media ne danno, non basta di certo a spiegare i termini della crisi italiana ed europea, né ad aiutarci a trovare delle vie d’uscita
.".

Ora, sul presidente Berlusconi, va detto che egli non sia riuscito a fare certe cose che aveva promesso sia perché si è trovato di fronte un'opposizione, che (da figlia del vecchio Partito Comunista Italiano) aveva applicato la teoria di Antonio Gramsci secondo cui bisognava mettere le mani in ogni dove, dalle scuole alle università e dalla magistratura all'associazionismo, così da potere mettere sempre una sorta di ipoteca sul governo del Paese sia perché ha avuto degli alleati che non sono stati coerenti e che forse hanno pensato più alla poltrona che non al partito o all'interesse della gente.
Basti pensare a Pierferdinando Casini, a Gianfranco Fini ed Angelino Alfano.
Oltre alla questione del presidente Berlusconi, vi è anche quella dei cattolici.
La nostra politica ha sempre meno cattolici nelle sue file.
Noi stiamo assistendo ad una "decattolicizzazione della politica".
Quello che abbiamo ora è uno dei parlamenti meno cattolici.
Questo sta avvenendo perché i cattolici non si riconoscono più in nessun partito.
Il Partito Democratico attira solo cattolici progressisti, una parte dei quali va anche al Movimento 5 Stelle e anche nella sinistra radicale.
Questi sono cattolici favorevoli ai matrimoni gay e influenzati dal pacifismo sessantottino.
Una parte dei cattolici conservatori (per intenderci, di quelli come me) è suddivisa tra Fratelli d'Italia e Lega Nord.
Per il resto c'è praticamente il nulla cosmico e questo spiega il forte astensionismo alle elezioni recenti.
Una larga fetta di elettorato cattolico si è staccata dalla politica.
Questa situazione rischia di diventare alquanto pericolosa.
In primo luogo, i cattolici (che sono comunque la maggioranza del popolo italiano) stanno fuori dalla politica la quale inizia a prendere provvedimenti con cui si minano valori fondanti come la difesa della famiglia e la difesa della vita.
In secondo luogo, la democrazia è in forte crisi.
La qualità della nostra democrazia è scadente ed i tecnocrati hanno largo spazio.
Manca un partito conservatore che possa portare in politica il pensiero dei cattolici.
Noi cattolici dovremmo impegnarci nella società per potere creare le condizioni in cui fare nascere un vero partito conservatore che sia in grado di portare i valori cattolici nella politica.
Cordiali saluti.



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