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domenica 1 marzo 2015

Montelungo, una "terra benedettina" come quella di San Benedetto Po?

Cari amici ed amiche,

nella zona di Pontremoli, in Provincia di Massa Carrara, vi era un'abbazia benedettina.

Questa abbazia si trovava nel borgo di Montelungo, una frazione del Comune toscano.
L'etimologia del nome potrebbe essere quella di Mons Longobardorum o "Mons Langobardorum" (Monte Bardone) che definiva parte della stessa Via Francigena: quindi luogo lungo la via di Mons Longobardorum.
Esso risale a prima dell'anno mille e fu legato ai monaci benedettini dell'Abbazia di Leno, un'abbazia che si trovava in Provincia di Brescia.
Il diploma di Adelchi del 772 AD ne parla.
Infatti questo diploma e quelli successivi dell'851 AD, 861AD e dell'865 AD relativi al cenobio bresciano permettono di identificare anche lo xenodochio (luogo di accoglienza per i pellegrini e viandanti) di Montelungo con il Benedicti Almifici di un'epigrafe longobarda rinvenuta nella Pieve di Santo Stefano di Sorano e conservata nella Chiesa di San Giorgio a Filattiera, nota come "epigrafe di Leodgar".
Leodgar venne elogiato per l'opera di evangelizzazione.
La zona aveva un'importanza strategica.
Infatti, essa si trovava (e si trova tuttora) a ridosso del Valico della Cisa.
Oggi, questo valico viene attraversato dalla galleria dell'Autostrada A15 Parma-La Spezia.
Un tempo però, si doveva salire da Berceto ed il percorso era accidentato, 
Chi passava il valico, doveva riposarsi prima di scendere a valle.
Per questo, i monaci fecero uno xenodochio. 
I monaci fecero espandere l'agricoltura ed i commerci ed aprirono le vie commerciali.
L'imperatore Carlo Magno donò la selva di Montelungo ed i territori di Moneglia ai monaci.
Un placito del 972 AD parla del borgo di Montelungo.
Il placito fu pronunciato nella Villa Gragio dal Marchese Oberto, che era anche Conte di Palazzo e Abate commendatario di Bobbio.
Nel placito si legge: in silva una quae est posita in loco qui dicitur Montelongum.
A Montelungo si fermò l'arcivescovo di Canterbury Sigerico (950-994).
Montelungo era la XXXII tappa della Via Francigena.
L'Abbazia di Leno si scontrò con il Vescovo di Luni per la titolarità del diritto di decima su Montelungo.
Nel 1060, Papa Niccolò II (980-1061) stabilì che il diritto di decima spettava all'abate di Leno Guenzelao.
Secondo i cronisti di Pontremoli, i monaci fondarono la cappella di San Benedetto di Gravagna, la cappella di Santa Maria di Cavezzana d'Antena e la cappella dedicata a San Lorenzo di Gargalla.
A conferma della sua indipendenza dalla diocesi di Luni, il Priorato di Montelungo (titolo ancora appartenente alla pieve) risulta tra gli enti esenti sia nelle liste delle decime bonifaciane della fine del secolo XIII sia negli estimi del 1470-1471.
Oggi, a Montelungo vi è una stazione termale che prende l'acqua da una fonte chiamata "Fonte della Virtù".
Ora, questa è un'altra affinità con il Comune in cui abito,  Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Durante il periodo di Matilde di Canossa (la cui signoria arrivava anche a Pontremoli, 1046-1115) quella porzione della terra mantovana era legata all'Abbazia di San  Benedetto in Polirone.
Anche nel territorio di Roncoferraro vi era un priorato (a Barbasso) e la frazione di Governolo era parte del territorio di San Benedetto, poiché il Po aveva un corso diverso.
Questa è un'altra cosa che lega Roncoferraro a Pontremoli.
Cordiali saluti. 






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Ringrazio un caro amico di questa foto.